Le parole scritte su Telegram dall’ex presidente russo stanno facendo scalpore: «Vogliono la nostra morte, ma finché sono vivo farò di tutto per farli sparire». Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio: «Gravissime e pericolose parole. Allontanano dalla pace»
Fanno discutere le parole scritte su Telegram da Dmitry Medvedev, ex presidente della Federazione Russa e oggi vicepresidente del Consiglio di sicurezza: «Mi viene spesso chiesto perché i miei post sono così duri. La risposta è che li odio. Sono bastardi e imbranati. Vogliono la nostra morte, quella della Russia. E finché sono vivo, farò di tutto per farli sparire».
Nella giornata di ieri 6 giugno, Medvedev si era scagliato contro la Commissione europea per l’adozione di un nuovo gruppo di sanzioni, «sicuramente per fare a pezzi l’economia russa». Nel post pubblicato sulla piattaforma di messaggistica, l’ex presidente ha parlato anche della questione energetica, sostenendo che non c’è modo per gli europei di trovare un’alternativa immediata al petrolio russo.
L’attacco sulle sanzioni
«Le sanzioni sono state imposte per il gusto di gridare a gran voce: “L’obiettivo è stato raggiunto, c’è un default in Russia”. Questa è solo un’altra bugia. Non ci siamo mai rifiutati di pagare. E il settore degli investimenti subirà un duro colpo. Gli imbecilli europei nel loro zelo hanno dimostrato ancora una volta di considerare i propri cittadini, i propri affari, come nemici non meno dei russi – continua Medvedev – Gli europei di talento possono introdurre il nuovo, come amano dire ora, 100.500esimo pacchetto di sanzioni. A giudicare da come funzionano le restrizioni e dove si sta dirigendo la situazione economica nell’Ue sullo sfondo di ridicole storie dell’orrore anti-russe, qualcosa è andato storto».
Di Maio: «Basta con le provocazioni e la campagna di odio»
Subito il ministro degli Esteri, Luigi DI Maio, commenta le parole di odio espresse da Dmitry Medvedev: «Sono parole inaccettabili, gravissime e pericolose. Ci preoccupano fortemente anche perché arrivano dal vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo. Non è un segnale di dialogo, non è un’apertura verso un cessate il fuoco, non è un tentativo di ritrovare la pace, ma sono parole inequivocabili di minaccia verso chi sta cercando con insistenza la pace».
Il ministro italiano auspica che si possa aprire presto una seria volontà di dialogo anche con Mosca, chiedendo ai vertici del Cremlino di smettere con le provocazioni e minacce: «Le affermazioni che arrivano oggi, invece, non lasciano dubbi e allontanano da parte russa la ricerca della pace. Piuttosto danno linfa a una campagna d’odio contro l’Occidente, contro quei Paesi che stanno cercando con insistenza la fine delle ostilità in Ucraina».
Presto arrivano anche le altre dichiarazioni del mondo della politica. Il sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova, definisce le parole di Medvedev come «semplicemente deliranti». Piero Fassino, presidente della Commissione Esteri della Camera, dichiara: «Sono giudizi inaccettabili, nevrastenici, di chi non sa come giustificare una guerra di aggressione che tutto il mondo condanna. Frasi che non ci intimidiscono e anzi rafforzano la nostra determinazione nel sostenere l’Ucraina nella difesa della sua sovranità».
Anche Mara Carfagna, ministro per il Sud, afferma: «In quell’Occidente che lui tanto odia, un signore come lui, in un Paese libero e democratico, un signore come lui non sarebbe certo vice presidente del Consiglio di sicurezza. Le dichiarazioni di Medvedev aprono di fatto una campagna d’odio contro l’intero Occidente, non contro i suoi leader ma contro i suoi popoli. E’ un atto irresponsabile, segna un’escalation di cui nessuno sentiva il bisogno».