“Sono sotto shock“, sono state queste le prime parole di Maria Corina Machado, la donna vincitrice del premio Nobel per la Pace 2025. “Si tratta di un premio per un intero movimento“, ha aggiunto, volendo rendere corale una battaglia di cui lei si è fatta solo volto e paladina. Machado è infatti la leader dell’opposizione venezuelana, impegnata da due decenni nella lotta contro la dittatura a protezione dei diritti e delle libertà dei cittadini.
Subito dopo l’annuncio della vittoria, la donna ha voluto condividere un video in cui commenta la decisione della commissione norvegese. Nel video, poi, si vede Machado telefonare a Edmundo Gonzalez Urrutia, candidato da lei sostenuto alle presidenziali del 2024 contro Nicolas Maduro, proprio per avvisarlo della vittoria. Questa si rivela una scelta simbolica, finalizzata proprio a far comprendere l’importanza di questo premio per l’intera organizzazione dell’opposizione.
Leggi Anche
“Si tratta del meritato riconoscimento della lunga lotta di una donna e di un intero popolo per la nostra libertà e democrazia“, ha dichiarato Urrutia dal suo esilio in Spagna, prima di aggiungere: “Il Venezuela sarà libero!“.
Chi è Maria Corina Machado, l’attivista venezuelana vincitrice del Nobel
Una vita straordinaria quella di Maria Corina Machado che, pur potendo vivere di privilegi, ha deciso di battersi per la libertà del suo Paese e dei suoi concittadini. Figlia di un importante imprenditore dell’acciaio, Henrique Machado Zuloaga, dopo la laurea in ingegneria decide di restare nel Paese per prendere parte alla lotta contro la dittatura.
Nel 1992 fonda Fondazione Atenea per assistere i bambini di strada a Caracas e nel 2002, in piena deriva autoritaria dell’allora presidente Hugo Chavez, dà vita insieme ad Alejandro Plaz all’associazione di volontariato Sumate. Questa stessa associazione nel 2004 si fa promotrice della richiesta di un referendum per esautorare Chavez. Il presidente vince 60-40, con accuse di brogli elettorali, e Machado finisce in cima alla lista dei nemici del regime mentre Sumate finisce sotto accusa per avere ricevuto fondi dall’estero.
Nel febbraio del 2010 Machado si dimette da Sumate e si candida al parlamento, sostenuta da una piattaforma indipendente. La sua elezione avviene grazie all’85% dei voti, che le permettono di divenire un deputato della Repubblica. “Voglio lavorare instancabilmente, responsabilmente e appassionatamente per difendere il vostro diritto di pensare liberamente e di vivere senza paura“, dichiarò all’epoca.
Nel 2012 fonda il partito Vente Venezuela con un chiaro programma liberale, centrista profondamente anticomunista, mentre nel 2014 viene rimossa dall’incarico di deputata in quanto accusato di aver violato la Costituzione accettando l’incarico di ambasciatore supplente di Panama all’Organizzazione degli Stati Americani. Nonostante minacce e pericoli, Machado ha deciso di rimanere sotto l’occhio attento dell’opinione pubblica.
Nel 2023 vince le primarie dell’opposizione per le presidenziali con oltre due milioni di voti e diventa ufficialmente la sfidante di Maduro. A gennaio 2024, però, la Corte Suprema la accusa di corruzione insieme a Juan Guaidò e le vieta di correre per le elezioni. L’opposizione, quindi, sceglie Edmundo Gonzalez Urrutia come candidato sostituto. Secondo i risultati ufficiali, Maduro vince ancora una volta con quasi il 52% contro il 43% di Gonzalez. Il risultato viene contestato dall’opposizione che ribadiscono il presunto broglio elettorale. Dal 2024, a causa delle minacce, Machado vive in clandestinità.
© Riproduzione riservata

