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Macron non molla e chiede a Lecornu di negoziare ancora: “Se fallisce, mi assumerò responsabilità”

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Appena qualche ora dopo aver nominato il suo governo, Sebastien Lecornu presenta le dimissioni al presidente francese Emmanuel Macron che le ha accettate. Ma a quanto pare quel governo in gran parte identico al precedente non ha soddisfatto i gusti del premier tanto che si tira indietro. Un colpo di frusta che ha sancito l’apertura di una nuova crisi politica in Francia.

Intanto, però, l’inquilino dell’Eliseo non molla e, da quanto si apprende, Macron avrebbe chiesto a Lecornu di condurre “gli ultimi negoziati” “entro mercoledì sera” per “definire una piattaforma di azione e stabilità per il Paese“. Un’offerta che il primo ministro dimissionario che tiene le redini degli affari ha accettato riferendo che “mercoledì sera informerò il capo dello Stato se è possibile o meno, in modo che possa trarre tutte le conclusioni necessarie“. La voce dell’entourage del presidente informa che Macron “si assumerebbe le proprie responsabilità” in caso di un fallimentare esito delle trattative finali.

Insomma, all’inquilino dell’Eliseo piace rischiare e sembra che quel colloquio del pomeriggio con il premier che ha gettato la spugna lo abbia portato a voler almeno concretizzare qualcosa. La formazione del nuovo esecutivo era stata annunciata solo ieri sera, mentre il primo Consiglio dei ministri si sarebbe dovuta tenere oggi. Il 39enne è stato nominato lo scorso 9 settembre non appena era caduto Francois Bayrou e vantava nel suo profilo politico il ruolo ricoperto da ministro della Difesa e aveva anche avviato una serie di consultazioni per cercare un compromesso parlamentare. Le trattative però hanno perso presto la rotta e sono naufragate verso mari diversi.

E mentre Lecornu esce dall’Eliseo per raggiungere il presidente del Senato, Gerard Larcher, al Palais du Luxemburg, Bruno Le Maire, la cui nomina ieri sera alla guida del ministero francese delle Forze Armate ha fatto infuriare i Républicains, ha annunciato su X di voler lasciare il governo dimissionario del premier per “consentire la ripresa delle discussioni“.

Parole nette che pesano come un macigno: “Ho proposto a fine mattinata al presidente della Repubblica di ritirarmi dal governo senza attendere e di trasferire le mie responsabilità di ministro delle Forze Armate al primo ministro”, ha scritto Le Maire, auspicando che questa decisione possa ”permettere la ripresa delle discussioni in vista della formazione di un nuovo governo di cui la Francia ha bisogno“.

Secondo diverse fonti a Parigi, questo ritorno a sorpresa di Le Maire come ministro della Difesa dopo i sette anni passati all’Economia avrebbe fatto infuriare il campo dei Républicains. A sua volta ex repubblicano passato nel 2017 con Macron, Le Maire non è visto di buon occhio da molti suoi vecchi compagni di partito. Molti lo accusano, tra l’altro, di avere pesanti responsabilità, da ex titolare di Bercy, nella deriva dei conti pubblici, che è valsa a Parigi il recente downgrade di Fitch.

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