Los Angeles, gli scontri dopo raid anti-migranti scatenano l’ira di Trump: “Fermeremo le rivolte” e invia i militari

I disordini sono scoppiati dopo i raid condotti dagli agenti federali dell'immigrazione, che hanno portato all'arresto di almeno 44 persone. Gli agenti avevano preso di mira una serie di store, sospettati di avere clandestini, da Home Depot nel distretto di Wetlake a quelli nella Fashion District, dove si trovano fabbriche di abbigliamento, a sud della città

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L’operazione è scattata lo scorso 6 giugno in diversi quartieri a predominanza ispanica di Los Angeles, dove tre raid anti-immigrazione attuati dall’Immigration and Custums Enforcement (ICE) con agenti armati e veicoli blindati hanno rastrellato le strade della città fermando diversi cittadini considerati illegalmente residenti negli Usa. Da qui, lo scoppio di scontri e proteste tuttora in corso, con attivisti e membri della comunità che cercavano di evitare gli arresti. Almeno 30 agenti con equipaggiamento antisommossa e maschere antigas sono intervenuti di fronte a un Home Depot a Paramount, a sud di Los Angeles.

Due dei blitz sono stati messi a segno in attività commerciali proprio nel Fashion District, dove, stando a quanto riferito dagli attivisti che hanno tentato ad impedirlo, almeno 24 lavoratori sarebbero stati arrestati. Raid che hanno provocato una spaccatura interna con la polizia di Los Angeles, che si è rifiutata di partecipare. Intanto il consolato generale del Messico ha offerto assistenza legale ai messicani rimasti coinvolti. In base a quanto riferito da alcuni testimoni, il terzo blitz sarebbe avvenuto in una scuola di Koreatown, tra Chinatown e Beverly Hills.

Al momento sarebbero decine le persone che sono state fermate per le manifestazioni, mentre lo zar dei confini del Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, Tom Homan, è giunto a Los Angeles per seguire da vicino i blitz anti-migranti annunciando l’invio della Guardia Nazionale. “Stiamo rendendo Los Angeles più sicura. Il sindaco Karen Bass dovrebbe ringraziarci“, ha scandito Homan, uomo di punta di Trump per la sicurezza dei confini. Il vicedirettore dell’Fbi, Dan Bongino, ha invece confermato che sono stati effettuati diversi arresti nell’area di Los Angeles accusando i manifestanti di portare “il caos e noi porteremo le manette. La legge e l’ordine prevarranno“.

A strettissimo giro la reazione del tycoon sull’intervento per sedare le proteste, che si è espresso con i soliti toni pacati e risolutivi su Truth puntando il dito sul governatore della California, Gavin Newscum, e il sindaco di Los Angeles, Karen Bass. “Non riescono a fare il loro lavoro, cosa che tutti sanno, – affonda Trump – allora il governo federale interverrà e risolverà il problema delle rivolte e dei saccheggiatori nel modo giusto!!!“, scrive il Presidente a stelle e strisce usando il soprannome dispregiativo che ha affibbiato al governatore Newsom, dove “scum” vuole dire spazzatura. 

La decisione è stata presa dopo due giorni di disordini nella città californiana, dove l'”illegalità è stata lasciata dilagare” con gli abitanti di uno dei quartiere a maggioranza latina si sono scontrati con gli agenti federali dell’Ice. Due giorni in cui la polizia di Los Angeles ha usato i gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti, come riportato da Nbc News e secondo altri media americani, i manifestanti avrebbero dato fuoco ad auto e devastato l’arredo pubblico.

Arriva così la replica del governatore democratico che si è concesso una sottile stoccata sulle azioni dell’amministrazione trumpiana, dove il governo federale starebbe mobilitando la Guardia nazionale della California e schierando 2000 soldati a Los Angelese, “non perché ci sia una carenza nell’applicazione della legge, ma perché vogliono spettacolarizzare“. In una dichiarazione resa nella giornata di venerdì, citata dalla Bbc, Newsom aveva detto che “i continui e caotici rastrellamenti federali attraverso la California, per raggiungere una quota arbitraria di arresti, sono tanto sconsiderati quanto crudeli. Il caos di Donald Trump sta erodendo la fiducia, facendo a pezzi famiglie e minando i lavoratori e le industrie che sono il motore dell’economia americana“. 

Sabato scorso invece, Newsom aveva definito come “volutamente incendiario” lo schieramento di 2000 militari della Guardia nazionale a Los Angeles. Schieramento che ha detta del governatore “aumenterà soltanto le tensioni. Le autorità di Los Angeles sono in grado di chiedere assistenza per l’ordine pubblico in qualsiasi momento”.

A protestare sono anche gli americani bianchi. Nelle ultime settimane sono avvenuti scontri a San Diego, Chicago, Minneapolis, Atlanta, Columbia, Houston. Le catene umane a protezione degli immigrati nascono in modo spontaneo. In alcune città agenti dell’Ice sono stati costretti a ritirarsi, accerchiati da persone che riprendevano i loro volti con i cellulari.

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