Los Angeles, risolto il giallo di Guantanamo: nessun italiano trasferito nel carcere cubano

Si tratta di due cittadini italiani che sono stati espulsi dagli Stati Uniti, arrestati nelle redate anti-immigrati condotte dall'amministrazione trumpiana e che hanno creato preoccupazione ai vertici della Farnesina. Il ministro Tajani ha chiarito la situazione e frenato le polemiche: "Nessuno andrà a Guantanamo", il carcere cubano dove le condizioni di detenzione sono al limite. "Smentite le voci di detenzione di nostri connazionali: uno è già stato rimpatriato. L'altro, italo-venezuelano, espulso a breve. Ma l'opposizione chiede chiarimenti"

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I regimi autoritari iniziano prendendo di mira le persone meno in grado di difendersi. Così, il governatore della California, Gavin Newsom, mantiene il punto nel botta e risposta con il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, circa la dilagante protesta scoppiata a Los Angeles contro le politiche migratorie del tycoon, spingendo la polizia ad effettuare “arresti di massa“.

Newsom denuncia come il presidente a stelle e strisce e i “suoi fedelissimo prosperano sulla divisione perché permette loro di acquisire più potere ed esercitare un controllo ancora maggiore“, avvertendo che il la situazione attuale sarebbe solo all’inizio. Il numero degli arresti di manifestanti ha superato quota 400 solo negli ultimi due giorni, una repressione avvenuta dopo che il governatore californiano ha presentato una richiesta di emergenza per impedire all’amministrazione trumpiana di utilizzare Marines e Guardia Nazionale per accompagnare l’Agenzia federale per il controllo dell’immigrazione (Ice) nelle incursioni in tutta Los Angeles.

Il giallo dei connazionali a Guantanamo

Le redate nei confronti dei migranti che si trovano illegalmente negli Stati Uniti, sono state innalzate di livello con l’obiettivo di raggiungere almeno i 3mila arresti a fronte dei mille iniziali. E proprio tra questi, figurerebbero due connazionali su novemila irregolari arrestati. Uno dei quali già in viaggio per l’Italia, l’altro in attesa di venire rispedito in Patria.

Fortunatamente, un finale a lieto fine considerando come per molte ore il caso dei due concittadini aveva allarmato la Farnesina oltre alla cronaca nostrana. Nello specifico, il tutto era nato dalla notizia della presenza di almeno 800 cittadini europei fra i 9mila irregolari fatti arrestare dall’amministrazione Trump e pronti a venir deportati a Guantanamo, in territorio cubano, prima di venir rispediti nei paesi d’origine.

Secondo prima frammentarie notizie, sarebbero attinti dal provvedimento anche 800 cittadini di provenienza europea, tra i quali britannici, francesi, irlandesi, olandesi e italiani“, è quanto si legge nella nota arrivata sul tavolo di Palazzo Chigi e Farnesina che ha allarmato l’intero Paese, alimentando la preoccupazione con il passaggio del documento in cui si citano “discordanti versioni” sul destino degli europei.

Infatti, sembrerebbe che secondo una prima versione gli arrestati sarebbero stati “indistintamente trasferiti a Guantanama Bay“, mentre altre indicazioni, riportate dalla nota, segnalerebbero un trattamento differente per gli stranieri europei e di paesi alleati degli Usa che assumano “atteggiamenti collaborativi“. L’imprecisione della nota ha portato anche a supporre l’imminente deportazione di numerosi italiani nello stesso centro di detenzione in cui venivano reclusi anche i terroristi di Al Qaida.

Una congettura che si è rivelata fortunatamente errata, in quanto il centro di detenzione per i terroristi è distinto dal “Migrants Operations Center” sebbene si trovino nella stessa base navale di Guantanamo. In questo centro, difatti, verrebbero reclusi in attesa di identificazione e di analisi del loro status, i migranti che si oppongono al rimpatrio o vengono rifiutati dai paesi d’origine.

In ogni caso, “l’Italia è disposta a riprendere gli irregolari nel pieno rispetto dei loro diritti. Non vi è possibilità che gli italiani siano trasferiti a Guantanamo“, assicura la Farnesina per voce del vicepremier e Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, smentendo le voci di detenzione dei connazionali e allontanando lo spettro dell’incidente internazionale. Il nodo di un’eventuale deportazione di altri italiani e le condizioni per il loro ritorno in patria verrà sciolto, invece, oggi nel corso di una telefonata già fissata tra Tajani e il Segretario di Stato statunitense, Marco Rubio. La tutela dei cittadini italiani all’estero resta quindi priorità assoluta del governo: “E’ tutto sotto controllo“.

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