Mentre a New York Il premier israeliano Benjamin Netanyahu calcava il palco del Palazzo di vetro per descrivere all’Onu la complessa situazione in un cui versa il suo Paese, le truppe dell’Idf concludevano i preparativi per uno dei più brutali attacchi sul territorio del Libano. Bombe, missili, droni per mettere a fuoco e fiamme una zona del Paese in cui avrebbe potuto essere presente il capo di Hezbollah, Hassan Nasrallah.
“Israele vuole la pace” ha dichiarato Netanyahu nel corso dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, poche ore prima che il sud di Beirut e le città di Tiro in Libano venissero bombardate. “Ma il contesto in cui si trova la spinge a difendersi” si giustifica Netanyahu, di fronte ad una platea spaccata tra chi lo applaude e chi decide di lasciare l’aula in segno di protesta.
Chi non ha potuto lasciare il suo Paese, però, sono i libanesi, nuovamente costretti a subire le conseguenze di una guerra in cui non rappresentano alcuna sponda. Al momento non è chiaro se l’ultima offensiva di Israele si sia rivelata efficace. Alcune fonti israeliane sembrano confermare che Hassan Nasrallah sia “irraggiungibile“, dunque è morto. Il suo decesso potrebbe modificare interamente le sorti del conflitto, spingendo anche l’Iran a scendere in campo creando equilibri del tutto nuovi in Medio Oriente.
Libano, cosa sappiamo della sorte di Hassan Nasrallah
I due attacchi condotti da Israele in Libano avrebbero avuto due obiettivi distinti: l’offensiva nel Sud di Beirut prevedeva l’uccisione del capo di Hezbollah, Hassan Nasrallah, mentre il bombardamento di Beirut voleva rendere inefficiente un deposito di armi che secondo fonti israeliane si sarebbe trovato su quel territorio. A seguito dei brutali attacchi, però, fonti libanesi hanno smentito sia la presenza di Nasrallah sia quella delle armi nelle aree prese di mira da Israele. Il bilancio degli attacchi è però tragico: sono sei le vittime e 91 le persone ferite.
Dopo gli attacchi a Beirut, Hezbollah ha dichiarato di aver lanciato altri razzi contro Israele “in difesa del Libano e del suo popolo“, ma non ci sono notizie di danni a cose o persone. Per quanto riguarda la sopravvivenza di Nasrallah, le fonti darebbero notizie contrastanti. Inizialmente i vertici di Hezbollah hanno dichiarato che il loro capo è sopravvissuto ed è stato spostato in un luogo sicuro. Col passare delle ore, però, sembrerebbe che le notizie su Nasrallah fossero sempre meno certe.
Al momento sembrerebbe che l’uomo non sia raggiungibile e, secondo l’Idf, è “molto poco probabile che sia sopravvissuto“. Il brutale attacco, infatti, avrebbe distrutto ben sei edifici e, nel caso in cui Nasrallah si trovasse al di sotto di uno di questi, sembrerebbe certa la prospettiva del suo decesso.
Libano, i timori occidentali
Le tensioni crescenti in Libano preoccupano sempre di più l’Europa e gli Usa. La proposta di tregua presentata dagli Stati Uniti è stata rifiutata da Netanyahu ed al momento sembrerebbe che non vi sia modo di porre fine alle offensive israeliane. La morte di Nasrallah potrebbe risvegliare le volontà di vendetta dell’Iran, ormai silente da quanto ha dichiarato di voler attaccare Israele a seguito della morte del capo di Hamas Ismail Haniyeh, lo scorso luglio.
“L’attacco israeliano di oggi è una escalation che cambia le regole del gioco“, ha infatti dichiarato l’ambasciata iraniana in Libano, sottolineando che Israele “riceverà la punizione adeguata“. Una minaccia che preoccupa principalmente l’Occidente, visto che gli alleati regionali dell’Iran, come gli Houti, hanno dichiarato di essere pronti a sostenere nuovi attacchi verso Israele. Le Nazioni Unite, quindi, starebbero “osservando la situazione con grande allarme“, in attesa del primo passo che potrebbe portare all’escalation regionale.
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