Abiti neri, ritratti di Nasrallah e sventolanti bandiere gialle del movimento Hezbollah riempiono le vie di Beirut, mentre le decine di migliaia di sostenitori del Partito di Dio popolano le gradinate della Città dello Sport della capitale, sfidando un freddo inusuale per il Libano.
Si tratta della cerimonia preparata in occasione della celebrare dei funerali di Hassan Nasrallah, lo storico leader per 32 anni del movimento islamista sciita, ucciso il 27 settembre scorso in un raid israeliano e di suo cugino, successore designato, Hashem Saffieddine, deceduto una settimana dopo, in ottobre. Si tratta dell’attacco effettuato dall’areonautica israeliana quando sono state sganciate più di 80 bombe sulla principale sala operativa del gruppo militare filo-iraniano, radendo al suolo 6 interi palazzi.
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L’organizzazione delle esequie
L’organizzazione paramilitare islamista sciita e antisionista libanese, per organizzare le esequie a cinque mesi dalla morte del leader, ha dovuto attendere il 18 febbraio scorso, quando l’esercito israeliano si era quasi del tutto ritirato dal sud del Libano. Oltre a maxi-schermi collocati nelle strade circostanti, per accogliere la folla sono stati allestiti più di 23.000 posti a sedere sul prato, oltre ai 55.000 sulle gradinate. Inoltre, sono stati previsti 35.000 posti a sedere per gli uomini e 25.000 in un settore riservato alle donne nelle vie della città.
Secondo una fonte dei servizi di sicurezza, le autorità libanesi avrebbero mobilitato circa 4.000 soldati e membri delle forze dell’ordine, mentre 25.000 uomini di Hezbollah garantiranno la sicurezza all’interno dello stadio, secondo il canale della movimento, al-Manar. tra l’altro, il traffico aereo all’aeroporto è stato sospeso per 4 ore fino alle 16. Gli organizzatori hanno anche esortato i cittadini ad evitare i colpi in aria, usuali durante i funerali in Libano mentre l’esercito ha vietato le riprese con i droni.
Partito alla volta del Libano, oltre il Presidente del Parlamento iraniano, Mohammad Bagher Ghalibaf, anche il Ministro degli Esteri dell’Iran, Abbas Araghchi per prendere parte ai funerali. “Malgrado i tentativi del nemico di indebolire i gruppi della resistenza – a Israele – attraverso la pressione e l’assassinio dei suoi leader, Hezbollah ha rinnovato le sue strutture e continua per la sua strada più forte di prima“, ha dichiarato il capo della diplomazia iraniana, all’agenzia Irna prima di lasciare Teheran, sottolineando che Israele avrebbe sbagliato i calcoli pensando che con la morte del leader, “la sua strada fosse finita“.
Gli attacchi israeliani in Libano
Nel corso dei solenni funerali del leader di Hezbollah, iniziati intorno alle 13 ora locale, mezzogiorno in Italia, stando a quanto riportato dai media di Stato libanesi, l’aviazione israeliana dell’Afd avrebbe effettuato dei sorvoli a bassa quota su Beirut.
Inoltre, proprio poco prima gli inizi delle imponenti esequie del defunto Nasrallah, stando a quanto riferito dall’Agenzia nazione di informazione, l’aviazione israeliana avrebbe compiuto anche due attacchi nel sud del Libano, bombardando la regione di Tiro, a una decina di chilometri dal confine isrealo-libanese.
Sabato sera, per l’appunto, nonostante il cessate il fuoco in vigore dal 27 novembre, l’esercito israeliano aveva confermato un raid per impedire ufficialmente a Hezbollah di introdurre armi in Libano. Nello specifico, come spiegato dall’Idf, sarebbe stato preso di mira soprattuto un sito militare del movimento in cui erano custoditi lanciarazzi e altre armi usati per attività del gruppo “in violazione delle intese tra Israele e Libano“, oltre ad altri lanciarazzi nel sud libanese che rappresentavano “una minaccia per i vicili israeliani”.
Per l’esercito israeliano, senza Hassan Nasrallah, il “mondo è un posto migliore“. Ma, come chiarito dall’ayatollah Ali Khamenei, guida suprema dell’Iran in una lettura durante i solenni funerali, la sua uccisione non basterà a fermare la lotta con lo Stato di Israele e ricorda che “la resistenza contro l’usurpazione, l’oppressione e l’arroganza non avrà mai fine“. Resistenza che, come insistito da Khamenei, continuerà finché “non sarà raggiunto l’obiettivo finale per volontà di Dio” e grazie “lo spirito e il cammino di Sayyid Hassan Nasrallah illumineranno la via per coloro che lo seguono“.
L’ayatollah ha, inoltre, reso omaggio a Hashem Safieddine, cugino di Nasrallah, chiedendo che “i saluti di Dio e dei Suoi giusti servi ricadano su questi due onorevoli mujahid, così come sugli altri combattenti coraggiosi e pronti al sacrificio, che hanno recentemente raggiunto il martirio“.
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