La Corte internazionale di giustizia dell’Onu, nel suo “parere consultivo” alle richieste dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha dichiarato oggi che la presenza israeliana nei territori palestinesi è illegale, e quindi il Paese ha l’obbligo di ritirarsi, cessare tutte le nuove attività di insediamento, evacuare tutti i coloni e risarcire i danni arrecati.
In risposta a quanto dichiarato oggi dalla Corte dell’Onu, i ministri della destra radicale del governo israeliano, Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich, hanno chiesto di annettere a Israele ampie zone della Cisgiordania.
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Corte Onu, la “sentenza”
La più alta giurisdizione dell’Onu ha oggi dichiarato illegale l’occupazione israeliana dei territori palestinesi dal 1967, e ha aggiunto che deve cessare il più presto e rapidamente possibile. Una cinquantina di stati hanno testimoniato in questo caso, che è senza precedenti.
La Corte internazionale di Giustizia, che ha la sede a L’Aja, nei Paese Bassi, non dà un parere vincolante, ma potrebbe far crescere la pressione giuridica internazionale su Israele rispetto alla guerra nella Striscia di Gaza. L’ultima volta che l’importante tribunale si era espresso sul tema era oltre venti anni fa, nel 2003, quando aveva dichiarato che il muro di separazione tra Israele e Cisgiordania violava il diritto internazionale.
Per il tribunale quindi, le colonie israeliane nei Territori palestinesi e l’utilizzo delle risorse naturali che Israele fa in quelle zone vìolano il diritto internazionale. La decisione chiude un procedimento sulle conseguenze legali dell’invasione d’Israele della Cisgiordania e di Gerusalemme Est.
I 15 giudici del tribunale hanno sentenziato che “il trasferimento di coloni in Cisgiordania e a Gerusalemme da parte di Israele, e il mantenimento della loro presenza da parte di Israele, sono contrari all’articolo 49 della Quarta Convenzione di Ginevra“ che forma la base del diritto internazionale insieme alle altre 3 convenzioni. In realtà non è una sentenza vera e propria, ma un’opinione non vincolante.
Il parere del tribunale era stato richiesto dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite a dicembre 2022, molto prima dell’inizio della guerra nella Striscia di Gaza, iniziata a ottobre 2023. Le audizioni della Corte erano iniziate a febbraio, ma Israele non aveva partecipato, anche perché considera i tribunali internazionali di parte e aveva criticato l’Onu definendola “tendenziosa” e nata da una “chiara distorsione della storia e della realtà attuale del conflitto israelo-palestinese”.
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