Gli Stati Uniti lo avevano detto: dietro lo schianto dell’aereo dell’Azerbaigian Airlines precipitato in Kazakistan lo scorso 25 dicembre c’era lo zampino della Russia. Insomma, dopo mesi di crisi diplomatica, la verità sembra essere finalmente venuta a galla. Vladimir Putin ha incontrato il presidente dell’Azerbaigian, Ilham Aliyev, a margine dei vertici della Csi e Russia Asia Centrale di Dushanbe, un’occasione in cui ha ammesso, anche se solo in parte, la responsabilità della Russia nella tragedia dell’aereo della Azal precipitato ad Aktu, in Kazakistan, mentre era in volo da Baku a Grozny con 67 persone a bordo il 25 dicembre dello scorso anno.
Quindi, cosa è accaduto in quella drammatica giornata? A detta dello zar, due missili della difesa russa sono esplosi “a pochi metri dall’aereo“, e ha sottolineato che “non hanno colpito direttamente il volo“. Insomma, quegli “indizi” e quelle “indicazioni” di cui parlava la Casa Bianca secondo cui segnalavano la possibilità che questo jet fosse stato abbattuto dai sistemi di difesa russi, sembrano avere un minimo di riscontro.
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Putin ha infatti avanzato la possibilità che l’aereo possa essere stato colpito da detriti e non da munizioni. Resta cauto quindi lo zar che specifica come i missili siano stati lanciati dopo che tre droni ucraini avevano sconfinato in territorio russo. “Già allora, nel nostro primo colloquio telefonico avevo chiesto scusa per la tragedia avvenuta in spazio aereo russo e avevo espresso le mie condoglianze più sincere alle famiglie delle vittime“, ha ricordato Putin che ha spiegato di essere stato informato della ricostruzione dell’incidente solo due giorni fa.
Lo scorso 7 ottobre, il presidente Aliyev aveva telefonato allo zar per fare al leader russo i propri auguri di compleanno dopo che ha Pechino, lo scorso 3 settembre, i due leader si erano sfiorati salutandosi e scambiandosi poche parole. Ai familiari delle vittime sono arrivati i risarcimenti delle assicurazioni, ma non le compensazioni di Mosca, aveva denunciato Baku, precisando che un tale passo è possibile solo dopo che un Paese si assume la responsabilità di una tragedia come quella del 25 dicembre scorso.
A soli 4 giorni dal drammatico episodio, dopo aver parlato con Putin, il presidente azero aveva chiesto a Mosca di ammettere la sua responsabilità per la tragedia aerea e il 6 gennaio aveva criticato le autorità russe per il loro rifiuto a farlo, chiedendo anche che i responsabili fossero perseguiti. Le relazioni tra i due Paesi si erano poi ulteriormente deteriorati le relazioni erano state le violente operazioni della polizia russa contro presunti esponenti della criminalità organizzata di origine azera a Ekaterinburg, e gli arresti di russi nella redazione di Sputnik in Azerbaigian. L’accordo Aliyev, che nel frattempo ha celebrato la pace con l’Armenia alla Casa Bianca, ha oggi citato le “dinamiche positive” dell’interscambio nel 2025.
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