Kamala Harris ha affrontato il pubblico con un discorso che rifletteva la delusione e la determinazione di chi si trova ad accettare una sconfitta, ma non a rinunciare alla propria causa. La vicepresidentessa degli Stati Uniti, dopo un lungo silenzio seguito ai risultati elettorali negativi, ha scelto la Howard University di Washington per il suo intervento. Una scelta simbolica, considerando che è proprio lì che Harris si è laureata, e dove aveva organizzato, poco prima dei risultati, il watch party per seguire lo spoglio delle elezioni.
Con il volto segnato dall’emozione e circondata da un pubblico di sostenitori che si erano radunati per sostenere la sua campagna, Harris ha pronunciato parole di speranza e di resilienza. Nonostante il risultato che ha visto la vittoria del suo avversario, il repubblicano Donald Trump, Harris ha voluto ribadire la sua fiducia nel futuro e nel valore della “promessa americana“. “Il mio cuore è pieno di gratitudine per la fiducia che avete riposto in me“, ha esordito, parlando a una folla che, seppur delusa, non aveva perso la speranza. “Il risultato di queste elezioni non è quello che volevamo, non è quello per cui abbiamo combattuto, non è quello per cui abbiamo votato. Ma ascoltatemi quando dico che la luce della promessa americana brillerà sempre intensamente, perché non ci arrenderemo mai finché continueremo a combattere“.
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Le parole di Harris
Le parole di Harris, pronunciate con fermezza ma anche con un velo di rammarico, hanno cercato di rassicurare i suoi sostenitori sul fatto che, nonostante la sconfitta elettorale, il sogno di un’America migliore, più giusta e inclusiva, continuerà a vivere. Ma l’atmosfera che si respirava era ben lontana dall’euforia che aveva caratterizzato i comizi durante la campagna elettorale. La Howard University, normalmente teatro di eventi celebrativi e positivi, si è trasformata in uno spazio carico di emozioni contrastanti. La sconfitta, che era stata annunciata da un risultato netto e inaspettato, si è fatta sentire in modo palpabile nell’aria.
Durante la serata, mentre i risultati divenivano sempre più definitivi e i commentatori della CNN sul grande schermo annunciavano la vittoria di Trump, la musica ha iniziato a sostituire le parole per cercare di mascherare la delusione. Nonostante i volti tristi, alcuni sostenitori hanno scelto di restare accanto a Harris. Tra questi, molti hanno mostrato segni di tristezza e anche pianto, ma allo stesso tempo non avevano intenzione di abbandonare la vicepresidente, confermando ancora una volta il loro impegno verso un futuro che continuano a sperare migliore, pur di fronte a un risultato che sembrava sfuggire dalle loro mani.
Le bandiere con il volto di Harris continuavano a sventolare, quasi come un segno di resistenza, e il messaggio che emergeva era chiaro: anche nella sconfitta, la lotta per una visione progressista dell’America non si sarebbe fermata. Quello che rimaneva nell’aria era un senso di comunità e di sostegno, unito alla consapevolezza che le sfide future sarebbero state ancora più dure. Presenti sul palco anche il “second gentleman” Douglass Craig Emhoff, il marito di Kamala Harris, che ha accompagnato la vicepresidente in questo momento di grande intensità emotiva.
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