“Julian Assange è libero” con queste parole il profilo X di Wikileaks ha annunciato la scarcerazione del suo fondatore, detenuto da circa cinque anni in un carcere di massima sicurezza nel Regno Unito. La notizia della scarcerazione è avvenuta questa notte, a seguito del patteggiamento di ieri pomeriggio tra Assange e il dipartimento di giustizia americano. Al fondatore di Wikileaks erano imputati 18 capi d’accusa, tutti relativi alle azioni commesse dalla sua piattaforma digitale.
Nello specifico Assange era accusato di aver agito contro l’interesse degli Usa, di fatto pubblicando documenti riservati riguardanti la guerra in Iraq e i detenuti di Guantanamo Bay. Il cittadino australiano per poter tornare in libertà ed evitare una condanna a 175 anni di carcere è stato costretto a patteggiare, dichiarandosi colpevole di un solo capo d’accusa, quello di cospirazione. In questo modo, il fondatore di Wikileaks è stato condannato a 64 mesi di carcere, già scontati nel Regno Unito. Per questo Assange oggi può considerarsi un uomo libero ed è già in viaggio verso il suo Paese natale per ricongiungersi con la sua famiglia.
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Prima di potersi considerare a tutti gli effetti libero, Assange dovrà attendere la ratifica della pena da parte di un giudice federale degli Usa. Questa dovrebbe arrivare domani, quando Assange giungerà nelle Isole Marianne settentrionali del Pacifico, dove si svolgerà la parte finale del patteggiamento che prevede la vidimazione del giudice federale. A quel punto il cittadino australiano potrà finalmente fare ritorno nel suo Paese di origine. “Il caso di Assange si è trascinato per troppo tempo e non c’è nulla da guadagnare in una sua carcerazione continua” ha dichiarato il primo ministro australiano Anthony Albanese dicendosi soddisfatto e sollevato dalla conclusione del processo.
Assange libero dopo anni di persecuzioni
Il caso di Assange ha avuto inizio nel 2010 quando tramite Wikileaks, piattaforma fondata nel 2006, pubblicò circa 70mila documenti statunitensi segretati, ricevuti dall’ex militare Chelsea Manning, riguardanti crimini di guerra commessi dagli Usa in Afghanistan e Iraq, causando secondo il dipartimento di giustizia Usa alcuni problemi di sicurezza nazionale al Paese. Assange vinse numerosi premi per il lavoro da lui svolto ma nel novembre dello stesso anno viene accusato da un pubblico ministero svedese di aver violentato due donne.
Assange si dichiara non colpevole ma viene arrestato dopo essersi presentato alla polizia di Londra e poi scarcerato su cauzione una settimana dopo. L’11 aprile 2019 torna in carcere prima per violazione dei termini della liberta su cauzione e poi in relazione alla richiesta di estradizione presentata dagli Usa per l’accusa di cospirazione.
Assange fece appello, sostenendo che le accuse svedesi erano solo un pretesto per trasferirlo negli Stati Uniti per affrontare le accuse su Wikileaks. Nel giugno 2012 si rifugiò nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra. L’Ecuador, c he gli concesse asilo e poi la cittadinanza. Questa gli viene revocata nel 2019, quando il presidente ecuadoregno Moreno affermò che Assange aveva “violato ripetutamente” le condizioni del suo asilo. Il giorno successivo, la polizia britannica trascina Assange fuori dall’ambasciata e lo arresta su richiesta di estradizione statunitense.
Nel 2019 ha quindi inizio il processo per la sua estradizione negli Usa, dove, a seguito di un processo, rischierebbe circa 175 anni di carcere. Vari movimenti in giro per il mondo iniziano a protestare per il trattamento riservato ad Assange, il quale non viene considerato colpevole di nessun reato, poiché ha svolto un lavoro di informazione per i cittadini. Il mondo si spacca tra chi crede che Assange debba essere punti per aver rivelato segreti di Stato e chi invece lo idolatra per essere riuscito a smascherare il governo americano.
Nel 2021 la corte del regno Unito nega l’estradizione a causa delle condizioni mentali di Assange, profondamente depresso e con tendenze suicide. Dopo circa cinque anni di carcere, in una struttura di massima sicurezza, Assange è stato scarcerato e gli è stato permesso di tornare in Australia.
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