Jenin, Tajani convoca ambasciatore israeliano e Conte provoca: “Serviva questa sventagliata di proiettili?”

"Da una prima indagine risulta che la delegazione si è allontanata dal percorso previsto ed è giunta in un'area in cui non era autorizzata a trovarsi", ha spiegato un portavoce dell'Idf, commentando quanto avvenuto. Secondo il portavoce, poi, le truppe avrebbero esploso dei colpi di avvertimento in aria

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A Jenin, in Cisgiordania, un’unità delle Forze di Difesa israeliane (Idf) ha aperto il fuoco, sparando in aria, nel corso di una visita diplomatica da parte di ambasciatori provenienti da diversi Stati europei, Cina, Brasile, Egitto, Marocco, Portogallo, Giappone, Messico, Sri Lanka, Canada, India e Cile.

Un video, postato dal ministero degli Esteri dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), mostra decine di persone, tra cui fotografi, nei pressi di un posto di blocco dell’esercito a Jenin, dove i soldati si vedono sparare in aria proprio all’interno del campo profughi della città.

Al momento non sono stati segnalati feriti o vittime, ma l’Idf ha dichiarato che l’episodio è ora in fase di accertamento. “Da una prima indagine risulta che la delegazione si è allontanata dal percorso previsto ed è giunta in un’area in cui non era autorizzata a trovarsi“, ha spiegato un portavoce dell’Idf, commentando quanto avvenuto. Secondo il portavoce, poi, le truppe avrebbero esploso dei colpi di avvertimento in aria.

I vertici dell’Idf, secondo quanto riportato, contatteranno i rappresentanti dei Paesi coinvolti e nei prossimi giorni di impegneranno in colloqui personali con i diplomatici coinvolti nell’incidente, al fine di aggiornarli sui risultati preliminari delle indagini.

L’evento, in un momento storico complesso come quello attuale, ha scatenato forte preoccupazione nell’opinione pubblica e nella politica internazionale, che si è unita per condannare quanto avvenuto. L’esercito israeliano ha pubblicato una nota contenente le scuse per quanto avvenuto, dicendosi “rammaricato” per aver causato “l’inconveniente“.

Tajani: “Convocato ambasciatore israeliano per Jenin”

Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, è immediatamente intervenuto sul caso chiarendo che “le minacce contro i diplomatici sono inaccettabili“. Nella delegazione protagonista dell’evento era presente anche un diplomatico italiano che non ha subito ferite ed è immediatamente rientrato in consolato.

Antonio Tajani, ministro degli Esteri
Antonio Tajani, ministro degli Esteri

Il ministro ha chiesto immediatamente chiarimenti su quanto avvenuto, e dopo una conversazione avuta con il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha richiesto la convocazione dell’Ambasciatore di Israele a Roma per “avere chiarimenti ufficiali su quanto accaduto a Jenin“. Si tratterebbe di una decisione maturata non solo in seguito al grave episodio avvenuto nei pressi del campo profughi, ma anche tenendo conto del contesto più ampio e sempre più drammatico della crisi umanitaria nella Striscia di Gaza.

L’accaduto è divenuto presto teatro di commenti anche da parte delle opposizioni di governo che hanno criticato quello che hanno ritenuto essere l’atteggiamento passivo e superficiale del Ministro degli Esteri e dell’esecutivo stesso, in merito alla questione critica di Gaza. Tra i leader che ha espresso il proprio dissenso figura il Presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte. Con un “ben svegliato, Ministro!“, l’ex premier si è concesso alcune stoccate a Tajani e il suo intervento nella vicenda.

Peccato ci sia voluta questa ignobile ‘sventagliata’ di proiettili per spingere a tanto la Farnesina“, affonda Conte sollevando i punto su cui non sarebbero bastati “60mila civili palestinesi annientati dal governo genocida di Netanyahu per un gesto di fermezza e dignità“.

Anp: “Quanto avvenuto a Jenin è atto deliberato e illecito”

La prima a esprimersi è stata proprio l’Autorità nazionale palestinese che ha sostenuto che l’azione dell’Idf sarebbe “un atto deliberato e illecito che costituisce una palese e grave violazione del diritto internazionale“. Un attacco durissimo nei confronti delle truppe israeliane, le cui gesta avrebbero creato un certo sconvolgimento.

Durissime anche le parole dell’Alto rappresentante per la politica estera Ue, Kaja Kallas, che ha rivolto un appello allo stati israeliano affinché si svolga un’indagine che possa “portare davanti alla giustizia i responsabili di questo gesto“. La leader estone ha poi ricordato che ogni tipo di minaccia nei confronti della vita dei diplomatici è “inaccettabile“. La situazione assume una cornice ancora più grave nel momento in cui si tiene in considerazione che Israele è uno dei Paesi firmatati della Convenzione di Vienna e, in quanto tale, ha l’obbligo di garantire la sicurezza di tutti i diplomatici stranieri.

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