Il ministero degli esteri di Israele annuncia oggi la chiusura dell’ambasciata in Irlanda. La decisione sarebbe dovuta alle “estreme politiche anti-israeliane del governo irlandese“, queste le parole del ministro Gideon Sa’ar.
Il riferimento è alla serie di iniziative intraprese da Dublino, che nelle scorse settimane si è pronunciata in favore dell’istituzione di uno Stato palestinese e si è unita alla causa presso la Corte internazionale dell’Aia ai danni dello Stato ebraico. L’istanza, presentata dal Sud Africa, denuncia gravi violazioni delle convenzioni internazionali in atto nella Striscia di Gaza, e richiede la punizione per il crimine di genocidio.
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Il premier irlandese, decisione di Israele “deplorevole”
Il primo ministro irlandese Simon Harris ha commentato la notizia sostenendo che quella del governo israeliano è una scelta “profondamente deplorevole“. L’Irlanda aveva già dichiarato il suo sostegno alla causa palestinese quando, diversi mesi fa, era stato uno dei pochi Paesi dell’Unione europea a riconoscere uno Stato palestinese in modo unilaterale. Questa mossa ha implicato una reazione quasi immediata da parte di Israele, che a maggio ha richiamato il suo ambasciatore. Per contro, l’ambasciatore irlandese non è mai stato ritirato da Gerusalemme.
Harris ha rifiutato in modo netto le accuse di ostilità mosse da Israele. In un post su X Harris ha scritto: “Respingo categoricamente l’affermazione secondo cui l’Irlanda è anti-israeliana. L’Irlanda sostiene la pace, i diritti umani e il diritto internazionale“.
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