Nell’attacco che ha compiuto Israele nella città portuale di Hodeida sabato 20 luglio, il bilancio dei morti yemeniti sale a 6 e i feriti a più di 80. Il portavoce militare degli Houthi dichiara che i loro obiettivi sono Eilat, a sud di Israele, e una nave statunitense nel Mar Rosso. Minaccia inoltre che i nemici israeliani non sono più al sicuro a Tel Aviv. “Israele ha iniziato una guerra aperta” quindi “nella natura della risposta non rispetteremo nessuna linea rossa” ha avvertito il portavoce del gruppo filo-iraniano. L’esercito israeliano domenica sera ha intercettato un missile yemenita terra-terra che si dirigeva proprio verso Eilat.
Israele, raid su Hodeida
Dopo il drone yemenita su Israele lanciato venerdì 19 luglio che ha ucciso una persona a Tel Aviv, sabato gli israeliani hanno risposto con raid aerei sulla città portuale yemenita di Hodeida, sul Mar Rosso. Nella notte tra sabato e domenica invece l’esercito israeliano ha intercettato un missile yemenita nel Mar Rosso che si dirigeva verso lo stato ebraico. Il missile non è però arrivato a destinazione.
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L’emittente Al Arabiya ha riferito che Israele nel raid ha colpito un deposito di carburante e raffinerie di petrolio. Gli aerei usati nel raid sarebbero 12, tra cui F-jet 35. L’attacco ha colpito anche la centrale elettrica di Ras Khatib, che serve per generare elettricità a Hodeida.
Un portavoce israeliano ha detto che i caccia israeliani hanno colpito obiettivi militari tra i ribelli dello Yemen in risposta ai diversi attacchi subiti in questi mesi. L’obiettivo del raid è stato quello di impedire agli Houthi di importare armi dall’Iran e causare dei danni economici ai ribelli. Pare che prima di mettere in atto il raid, Israele abbia informato gli Usa e altri paesi, anche se gli Stati Uniti si dichiarano non coinvolti nell’attacco.
“I nostri piloti hanno attaccato il porto, la rotta che fornisce armi ed equipaggiamento iraniani. Non abbiamo intenzione di attaccare la popolazione dello Yemen“, ha dichiarato il portavoce dell’esercito israeliano, Daniel Hagari. “Gli Houthi diretti dall’Iran hanno attaccato decine di navi, le sue azioni terroristiche sono controllate dall’Iran e mettono in pericolo il canale di Suez e il commercio mondiale”, ha aggiunto.
“L’incendio che sta bruciando a Hodeida si vede per il Medio Oriente e ha un chiaro messaggio: gli Houthi ci hanno attaccato oltre 200 volte, per la prima volta hanno messo in pericolo cittadini israeliani, e noi li colpiamo. E lo faremo in qualsiasi posto sia necessario”, ha affermato il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant.
Il membro dell’ufficio politico degli Houthi, Mohammed al-Bukhaiti, ha dichiarato che “l’entità sionista pagherà un prezzo per aver preso di mira strutture civili e risponderemo all’escalation con l’escalation“. Pare che i ribelli yemeniti siano pronti a “una lunga guerra”.
Il primo ministro di Israele Benjamin Netanyahu ha avvertito: “Ci difenderemo su ogni fronte e con ogni mezzo. Chiunque voglia attaccarci pagherà un prezzo. Il porto che abbiamo attaccato non era un’area innocente, era usato per scopi militari e come punto di ingresso di armi letali fornite agli Houthi tramite l’Iran”.
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