Israele attacca preventivamente Hezbollah: fermata offensiva di grandi dimensioni

Hezbollah avrebbe scagliato 320 missili contro Israele, ma l'attacco dell'Idf contro i lanciatori sul territorio libanese ha impedito alla milizia sciita di procedere con un'offensiva più potente; Secondo Israele, Hezbollah voleva attaccare direttamente il ministero della Difesa di Tel Aviv

Redazione
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La milizia sciita di Hezbollah ha mantenuto la promessa e nella notte ha dato avvio ad una nuova offensiva contro Israele. Una risposta all’uccisione del leader del gruppo terroristico Fuad Shukr a Beirut e allo stesso tempo un segnale nei confronti dello Stato ebraico. I colloqui negoziali per il cessate il fuoco, infatti, proseguono ma né Israele né Hamas sembrerebbero pronte a partecipare proattivamente per giungere ad un accordo. Intanto nella Striscia di Gaza le atrocità della guerra quotidianamente massacrano e tolgono la vita a centinaia di civili.

Sembrerebbe che l’attacco di Hezbollah sia stato intercettato da Israele ancora prima del suo avvio. Lo Stato ebraico ha quindi dichiarato lo stato di emergenza per 48 ore ed ha incaricato l’Idf di neutralizzare il pericolo rappresentato dai lanciatori che si trovavano a confine tra Libano e Israele. Le forze di difesa israeliane hanno dunque dato avvio per prime, formalmente, ad un attacco mirato contro Hezbollah.

Quest’ultimo ha quindi dato inizio ad una pioggia di razzi sullo Stato ebraico, pur senza ottenere danni ingenti. Iron dome, il sistema di difesa israeliano, ha infatti intercettato le minacce e le ha eliminate. Su territorio libanese, invece, i razzi di Israele hanno distrutto completamente i lanciatori di Hezbollah, che avrebbero potuto dare avvio ad un’offensiva ben più ampia.

Secondo un’indiscrezione del New York Times sembrerebbe che i piani di Hezbollah prevedessero un attacco più preciso e duro, con centinaia di razzi che all’alba avrebbero dovuto colpire il ministero della Difesa israeliano. L’azione preventiva di Israele avrebbe quindi evitato che avesse luogo un attacco su larga scala che potesse mettere in pericolo i civili. Nell’offensiva sul territorio libanese, però, sembrerebbe sia deceduto un uomo. “Colpiamo chi ci colpisce” ha dichiarato il premier Netanyahu, sostenendo di aver agito in anticipo per proteggere la popolazione.

Netanyahu: “Chiunque ci faccia del male, noi gli facciamo del male

Il primo ministro israeliano non ha utilizzato mezzi termini nel suo discorso alla riunione di Gabinetto di sicurezza, che si è svolta questa mattina a conclusione delle offensive. Sembrerebbe che sul territorio israeliano siano stati lanciati 320 razzi, tutti intercettati dalle forze di sicurezza israeliane. Netanyahu starebbe quindi valutando la situazione, nella speranza di continuare a riuscire a respingere gli attacchi. “Chiedo ai cittadini di Israele di seguire le indicazioni di sicurezza” ha dichiarato il primo ministro, esortando gli israeliane ad essere prudenti per evitare tragedie.

Non è chiaro se lo Stato ebraico abbia intenzione di rispondere, ma il primo ministro avrebbe sostenuto: “Siamo determinati a fare tutto il possibile per proteggere il nostro Paese, riportare i residenti del Nord sani e salvi nelle loro case. E continueremo a seguire una semplice regola: chiunque ci faccia del male, noi gli facciamo del male“. Secondo Netanyahu, inoltre, l’Idf avrebbe attaccato in territorio libanese proprio per “sventare le minacce” perché “stamattina sono stati rilevati i preparativi di Hezbollah per attaccar Israele e in consultazione con il ministro della Difesa e il capo di stato maggiore, abbiamo incaricato le forze armate di agire in modo proattivo per rimuovere la minaccia“.

Usa: “Sosteniamo il diritto di Israele a difendersi

Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha dichiarato di aver informato il suo omologo statunitense Lloyd Austin sulle intenzioni di Israele nei confronti di Hezbollah. Gli Usa quindi erano consapevoli della volontà dello Stato ebraico di attaccare preventivamente il Libano, per evitare un’offensiva sul loro territorio. “Abbiamo condotto attacchi precisi in Libano per sventare una minaccia imminente contro i cittadini di Israele. Stiamo seguendo da vicino gli sviluppi a Beirut e siamo determinati a usare tutti i mezzi a nostra disposizione per difendere i nostri cittadini” ha infatti affermato Gallant.

Gli Usa, a seguito degli attacchi, hanno fatto sapere di continuare a sostenere il diritto di Israele a difendersi“. Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha sostenuto di star “monitorando da vicino gli eventi in Israele e Libano“, mentre il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Sean Savett, ha aggiunto che “alti funzionari statunitensi hanno comunicato continuamente con le loro controparti israeliane“, con l’obiettivo di “continuare a lavorare per la stabilità regionale“.

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