L’attacco contro l’Iran potrebbe portare gravi conseguenze ad Israele, ormai quasi da due anni in una posizione piuttosto ambigua rispetto al passato. La nuova offensiva, che funzionari israeliano hanno definito come l’inizio di una vera e propria guerra multifrontale, potrebbe comportare pericoli all’intera popolazione dello Stato ebraico, compresi coloro che si trovano all’estero.
Proprio in vista di tale possibilità, Gerusalemme ha annunciato la chiusura delle sue ambasciate in tutto il mondo. “Le missioni israeliane in tutto il mondo saranno chiuse e i servizi consolari non saranno forniti“, ha affermato il ministero degli Esteri in una nota ripresa dai media israeliani. Il pericolo è l’incolumità dei dipendenti di queste strutture venga messa in pericolo. La morte dei due diplomatici israeliani, uccisi lo scorso 22 maggio a Washington, negli Stati Uniti, ancora brucia sulla pelle di Israele.
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In quel caso a compiere il gesto è stato un killer che ha dichiarato di aver agito contro le azioni dello Stato ebraico. Immediata la condanna di Israele che ha accusato tutti coloro che hanno preso parte alla campagna di odio contro Israele di essere stati gli artefici di questo gesto brutale. A seguito dell’attacco contro l’Iran, dunque, Gerusalemme teme che episodi simili possano ripresentarsi.
La situazione in Israele dopo l’attacco all’Iran
Il ministero degli Esteri israeliano ha dunque consigliato ai cittadini che si trovano fuori da Israele di comunicare la loro ubicazione e situazione, al fine di evitare sorprese. Intanto a Gerusalemme i cittadini vivono ore di tensione. Da questa mattina, la popolazione si è barricata in casa, in vista di una possibile rappresaglia da parte di Teheran. Gli aeroporti sono chiusi e le strade sono semideserte, mentre in ogni abitazione i cittadini rimangono incollati alla televisione, in attesa di avere novità su quanto sta accadendo.
Lo ha confermato Moreno Caporalini, perugino impegnato in un progetto di cooperazione in Palestina, all’Ansa. Sembrerebbe che gli israeliani temano un contrattacco iraniano e che siano ormai stanchi della situazione che prosegue da circa due anni. “Tra la gente c’è rabbia e rassegnazione“, spiega il cittadino italiani, sottolineando che la popolazione dello Stato ebraico si aspettava l’attacco all’Iran “che è sempre stato l’obiettivo reale di Israele“.
Rafforzata la sicurezza nelle zone calde a Roma
Anche in Italia, intanto, si teme per l’incolumità della comunità ebrea. La Questura di Roma ha disposto un rafforzamento delle misure di sicurezza nei pressi del Ghetto e di altri obiettivi sensibili nella Capitale dopo l’attacco di questa notte.
Come riportato dalle forze dell’ordine, le misure di sicurezza in queste zone sono state innalzate ai massimi livelli da tempo, ma ora è stato aperto un focus su vari fronti, tra cui informativo, investigativo e di vigilanza, che gli uffici preposti stanno attuando anche per adottare eventuali misure nel caso si dovesse rendere necessario l’ulteriore innalzamento del livello di protezione degli obiettivi.
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