Parastoo Ahmadi, cantante iraniana famosa per i suoi attacchi non troppo nascosti al regime del suo Paese, era scomparsa ieri insieme a due membri della sua band. Secondo le parole del suo legale, l’artista sarebbe stata arrestata e “posta in isolamento rispetto al mondo esterno“. Oggi, dopo ore concitate e di preoccupazione vissute dall’opinione pubblica internazionale, fonti vicine all’opposizione iraniana hanno dichiarato che Parastoo e i suoi due colleghi sono stati rilasciati e si trovano ora in libertà.
Le autorità iraniane, interpellate su quanto accaduto, hanno negato l’arresto della cantante, sostenendo che questa sarebbe stata solamente convocata per chiarire alcuni dettagli relativi a un video pubblicato su Youtube in cui la donna non indossava l’hijab ed aveva indosso un vestito che lasciata scoperte le spalle, entrambe infrazioni della legge iraniana. Le forze dell’ordine hanno quindi sostenuto che l’artista ha lasciato la questura insieme alla sua famiglia, come riportato dall’agenzia di stampa iraniana Tasnim.
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Il video incriminato mostra un’esibizione della durata di poco meno di mezz’ora in cui Parastoo finge di tenere un ipotetico concerto nella sua Nazione, dove però alle donne è vietato dalla legge cantare in pubblico. Si tratterebbe di una nuova sfida nei confronti del regime, a dimostrazione che non tutti sono pronti a sottomettersi e abbracciare il proprio destino senza lottare. La pubblicazione del video ha però causato numerosi problemi alla cantante, tanto che in molti si erano detti preoccupati per la sua incolumità.
Iran, la denuncia dell’avvocato di Parastoo
Il presunto arresto di Ahmadi è stato denunciato ieri dal suo stesso legale, che avrebbe sostenuto che la sua assistita e due suoi colleghi sarebbero stati prelevati dalle autorità e trasportati in una località sconosciuta. Per ore, quindi, nessuno sarebbe stato avvertito della loro situazione legale e fisica, e in molti hanno temuto che la donna avesse osato troppo contro il regime.
Il video che avrebbe scatenato le polemiche è stato pubblicato lo scorso mercoledì e già il giorno dopo il sistema giudiziario iraniano ha tentato una causa contro la cantante per aver tenuto il concerto “senza permesso” e senza rispettare le “norme legali e religiose“. La cantante aveva già dovuto affrontare problemi legali a seguito della pubblicazione della canzone “Dal sangue della gioventù della patria” durante le proteste scatenate dalla morte della 16enne Mahsa Amini.
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