Antichi Telai 1894

Iran-Israele, Khamenei introvabile: salta incontro Washington-Teheran. Droni khamikaze verso Israele

Tra i nomi indicati dalla Guida suprema dell’Iran non appare il figlio dell’ayatollah. I due bombardieri Usa in volo dal Missouri verso Guam, destano il sospetto che Washington possa scendere in campo al fianco di Israele

7 Min di lettura

Doveva essere un incontro organizzato in gran segreto dal Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump e il suo omologo Recep Tayyip Erdogan, che questa settimana avevano cercato di creare la situazione tra alti funzionari statunitensi e iraniani a Istanbul, per affrontare il dossier dell’escalation della guerra tra Israele e l’Iran e comprendere le effettive intenzioni. Il loro tentativo sembra però essere fallito, visto che non è stato possibile contattare e avere l’approvazione della Guida suprema dell’Iran, Ali Khamenei. Sembrerebbe, infatti, che l’ayatollah abbia fatto perdere le sue tracce e si sarebbe nascosto per timore di essere assassinato.

A riferire della vicenda, Axios informata da tre funzionari statunitensi ed una fonte a conoscenza diretta della questione. Sempre secondo queste fonti, Erdogan e il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, avrebbero successivamente trasmesso la proposta anche al presidente iraniano, Masoud Pezeshkian e al ministro degli Esteri iraniano, Abbas Aragchi, nella speranza di raggiungere Khamenei, ma anche loro non sono stati in grado di contattarlo. Motivo per cui, la Turchia è stata costretta a comunicare agli Stati Uniti che l’incontro era saltato.

Intanto, però un portavoce dell’esercito iraniano avverte che “inviare qualsiasi equipaggiamento militare o radar da qualsiasi Paese per supportare il regime sionista costituirebbe un obiettivo legittimo per le forze armate“. Un ammonimento che giunge dopo che la Repubblica islamica si sarebbe resa conto di come “l’aggressivo regime sionista” abbia perso una “parte significativa delle sue capacità radar e difensive e si trova ad affrontare una carenza di munizioni e di equipaggiamento“.

Mentre, il Presidente iraniano, Masoud Pezeshkian, nel corso di una telefonata intrattenuta con l’omologo francese, Emmanuel Macron, ha riferito con molta schiettezza che Teheran non fermerà l’attività nucleare in “nessuna circostanza“. Infatti, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa ufficiale Irna, Pezeshkian avrebbe detto: “Siamo pronti a discutere e cooperare per costruire la fiducia nel campo delle attività nucleari pacifiche, tuttavia non accettiamo di ridurre a zero le attività nucleari in nessuna circostanza“.

La minaccia Huothi

Nuovi raid di Israele sull’Iran nel nono giorno di guerra, ma l’attenzione si sposta su un sospetto movimento degli Stati Uniti che ha immediatamente fatto pensare a un futuro coinvolgimento degli Usa al fianco di Tel Aviv. Si tratta di due bombardieri Usa partiti dal Missouri a Guam, nel Pacifico Occidentale. I due caccia in questione sono gli unici in grado di trasportare le superbombe statunitensi necessarie per distruggere l’impianto nucleare sotterraneo iraniano di Fordow.

E all’incombente ipotesi che Washington possa scendere in campo per sostenere gli attacchi di Tel Aviv contro Teheran, rispondono gli Houthi. Sostenuti dall’Iran nello Yemen, il gruppo armato minaccia di riprendere gli attacchi contro le navi statunitensi nel Mar Rosso se l’amministrazione trumpiana decidesse di unirsi alla campagna militare di Israele. La minaccia è stata lanciata in una dichiarazione video preregistrata dal portavoce militare Houthi, il generale Yahya Saree.

Gli Usa intervengono al fianco di Israele?

In base ai dati di tracciamento di volo, infatti, i due bombardieri B-2 sono decollati dalla base aerea di Whiteman, nel Missouri e sarebbero diretti alla base militare statunitense sull’isola di Guam, territorio a stelle e strisce in Micronesia. Tali dati sono stati riportati su X dai ricercatori Osint, l’Open Source Intelligence, e tratterebbero dunque, dello spostamento dei B-2 che hanno la capacità unica di trasportare la più pesante bomba di fabbricazione statunitense, la Massive Ordnance Penetrator. Un ordigno che, a detta degli esperti, sarebbe sufficiente per radere al suolo l’intero impianto nucleare sotterraneo di Forodw, in Iran.

Un’ulteriore preoccupazione per gli equilibri geopolitici internazionali ma anche una speranze per Tel Aviv che, nonostante avesse dichiarato di aver iniziato la guerra solo perché consapevole di poterla finire senza sostegni e aiuti esterni, ricevere un supporto di stampo statunitense potrebbe comunque risultare una svolta decisiva nel conflitto.

Khamenei prepara la successione

Intanto, anche in Iran sembra si stia creando una certo clima orientato alla precauzione, considerando le ultime decisioni prese ai vertici. In particolare, il leader spirituale iraniano Ali Khamenei che, in base a quanto riportare dal New York Times, avrebbe già indicato tre nomi che potrebbero prender il posto come Guida Suprema della repubblica islamica. Tra i religiosi segnalati, non figura il figlio dell’ayatollah.

Dal suo bunker, quindi, Khamenei ha mandato un segnale forte e chiaro: la possibilità che venga assassinato non è poi così improbabile. E così, nel caso rimanesse ucciso nell’ambito della guerra con Israele, l’ayatollah pensa al futuro della Repubblica indicando tre funzionari iraniani i cui nomi restano ignoti, anche nell’eventualità che gli attuali luogotenenti vengano uccisi negli attacchi israeliani.

L’ayatollah avrebbe preso la decisione di incaricare l’Assemblea degli Esperti dell’Iran, l’organo clericale responsabile della nomina del leader supremo, di scegliere rapidamente il suo successore tra i tre nomi indicati. Normalmente, come spiegano i funzionari, il processo di nomina di un nuovo leader supremo richiederebbe mesi ma con la nazione ora in guerra, Khamenei vuole garantire una transizione ordinata e preservare la sua eredità.

In assoluto, come spiegato dal Nyt, si tratta di un argomento al quanto spinoso, e raramente se ne discute pubblicamente al di là delle speculazioni e delle voci nei circoli politici e religiosi, in quanto la Guida Suprema rappresenta una personalità dai poteri enormi: dall’essere il comandante in capo delle forze armate iraniane, nonché al capo della magistratura, del potere legislativo e del ramo esecutivo. Inoltre, si tratta anche del più anziano guardiano della fede sciita. Secondo quanto hanno riferito i funzionari iraniani al quotidiano statunitense, il leader supremo dell’Iran parla per lo più con i suoi comandanti attraverso un aiutante fidato, e ha sospeso le comunicazioni elettroniche per non essere trovato da Israele

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo
consorzio arcale