Iran e le elezioni presidenziali anticipate

Previste un anno dopo, sono state anticipate per la situazione critica a seguito del decesso di Raisi

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L’Iran è prossima alle elezioni presidenziali che si terranno il 28 giugno. Un anno prima rispetto alla data prestabilita, anticipata a causa del decesso del presidente ultraconservatore Ebrahim Raisi morto in un incidente aereo il 19 maggio scorso. Episodio che ha scosso il paese e vede decisive le elezioni per tamponare l’irrequietezza creata a causa della guerra tra Israele e Hamas. A competere per la presidenza sono 6 candidati, 5 conservatori e 1 riformista, approvati dal Consiglio dei Guardiani, struttura decisa dagli ultraconservatori dedicata ad approvare i candidati ritenuti idonei. 

La situazione in Iran

La situazione attuale dello stato iraniano non lasciava altra scelta. Le forti pressioni internazionali tra Stati Uniti d’America e Israele, la condizione antigovernativa e la crisi economica che ha colpito l’Iran, tengono in subbuglio la popolazione. Sempre di più diminuisce la fiducia dei cittadini nel governo ritenuto inefficace a migliorare la situazione. A dare conferma è la forte astensione che si è verificata durante le elezioni europee del 2021. Complici anche le spinte divisive da parte dei protagonisti, l’ayatollah Ali Khamenei che invitava a partecipare alle elezioni, contrariamente a quanto detto dall’’attivista in carcere Narges Mohsmmadi più propenso al boicottaggio. 

I candidati

Durante le campagne elettorali portate avanti dai candidati, la promessa comune è agire sulla crisi economica che verrà affrontata come priorità. È stata evidente la libertà dei concorrenti di criticare il sistema, pur contrastata da una forte sorveglianza che ha addirittura portato all’arresto di 2 giornalisti, Yashar Soltani e Saba Azarpeik per le loro inchieste sulla corruzione riguardante dei funzionari del governo. Tra i candidati ultraconservatori i rappresentati sono Said Jalili, Alizera Zakani e Amur-Hossein Qazizadeh Hashemi. Jalili, definito martire vivente, è fortemente in opposizione ai negoziati per il nucleare, dopo aver perso le presidenziali del 2013 e del 2021 è tra i preferiti per queste elezioni supportato dai sostenitori di Raisi.

Ebrahim Raisi, presidente dell'Iran
Ebrahim Raisi, ex presidente dell’Iran

Zakani, ex sindaco di Teheran, dallo spirito aggressivo, è stato sanzionato dal Regno Unito per le violazioni dei diritti umani, anche lui in opposizione con le politiche nucleari. Hashemi, medico, parlamentare ed ex vicepresidente, su incarico di Raisi è stato a capo della Fondazione per gli affari dei martiri e dei veterani, è stato sanzionato per aver dedicato risorse ad organizzazioni come Hezbollah. A candidarsi sono anche Mohammad-Bagher Qalibaf e Mostafa Pourmohammadi. Qalibaf, candidato per la 4 volta è fortemente voluto.

Ex sindaco di Teheran, ha preso parte ad atti di corruzione ma è spalleggiato dai pasdaran e ha supporto della Guida Suprema. Pourmohammadi è l’unico religioso ed ex ministro della Giustizia. Insieme a Raisi prese parte al Comitato della Morte favorendo la condanna di prigionieri politici negli anni ‘80. L’esponente riformista è Masoud Pezeshkian, parlamentare da oltre 20 anni, si rivolge alle piccole minoranze riformiste, 18 milioni di azeri. È a favore del nucleare iraniano. Medico ed ex Ministro della Sanità vuole cambiare il rapporto con gli USA. 

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