Le tensioni tra India e Pakistan che non sembrano allentarsi mai, per un momento si erano sciolte, con i due Paesi che avevano trovato l’intesa su una tregua. Ma solo dopo poche ore, il governo indiano ha accusato il suo nemico di “ripetute violazioni” del cessate il fuoco raggiunto dopo quattro giorni di scontro militare tra i due Paesi, affermando che le sue forze armate hanno risposto “nel modo appropriato”.
Infatti, i due sono alle prese con una disputa di lunga data riguardante il Kashmir, dove si susseguono scontri quotidiani iniziati mercoledì scorso, quando l’India ha sferrato attacchi contro basi militari del Pakistan.
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“Ci sono state nelle ultime ore violazioni ripetute – ha dichiarato alla stampa il portavoce del ministero degli Esteri, Vikram Misri – le forze armate hanno risposto in modo appropriato”. “Invitiamo il Pakistan ad adottare misure appropriate per affrontare queste violazioni e a gestire la situazione con serietà e responsabilità” ha aggiunto Misri, spiegando che l’esercito indiano si stava “vendicando” per quella che ha definito una “intrusione nel confine”.
Ma il Pakistan nega le accuse di Nuova Delhi. Intervistato da Geo Tv, il ministro dell’Informazione di Islamabad, Attaullah Tarar, ha detto: “La violazione dell’accordo di cessate il fuoco da parte nostra è fuori discussione. Questo è un momento di celebrazione e la nazione pachistana sta celebrando la sua vittoria oggi“. Inoltre, assicura di “rimanere impegnato all’attuazione fedele” del cessate il fuoco.
In una nota, dopo aver accusato l’India di commettere le violazioni che ha denunciato, il ministero degli Esteri di Islamabad ha rivendicato che le sue forze “stanno gestendo la situazione con responsabilità e moderazione“. “Crediamo – prosegue la nota – che qualsiasi problema nell’attuazione del cessate il fuoco debba essere affrontato attraverso la comunicazione ai livelli appropriati. Anche le truppe sul terreno dovrebbero esercitare moderazione“.
La tregua
E così, accordo fatto per un cessate il fuoco immediato fra India e Pakistan, dopo che il mondo intero è rimasto con il fiato sospeso del mondo quando era scoccata la possibilità di un intervento nucleare del Pakistan. Ad annunciare l’intesa, il Presidente Usa, Donald Trump su Truth. “Dopo una lunga notte di colloqui mediati dagli Stati Uniti, sono lieto di annunciare che India e Pakistan hanno concordato un cessate il fuoco totale e immediato. Congratulazioni a entrambi i Paesi per aver dimostrato buon senso e grande intelligenza. Grazie per l’attenzione a questa vicenda!“.
Notizia che viene confermata da entrambe le sponde del conflitto. Il Ministero degli Esteri pakistano ha annunciato l’accordo raggiunto su una tregua, specificando che il Pakistan “ha sempre lottato per la pace e la sicurezza nella regione, senza compromettere la propria sovranità e integrità territoriale!”. Anche l’India ha confermato che è stata raggiunta un'”intesa” tra Nuova Delhi e Islamabad per fermare l’azione militare scoppiata tra i due paesi confinanti all’inizio di questa settimana.
“La cessazione del fuoco e delle azioni militari tra India e Pakistan è stata concordata direttamente tra i due Paesi“, ha affermato una fonte indiana secondo cui il direttore generale delle Operazioni Militari avrebbe parlato con la controparte e avrebbero quindi raggiunto l’accordo. Ma, “non è stata presa alcuna decisione di tenere colloqui su altre questioni in nessun altro luogo“.
Attacchi e contrattacchi
L’esercito pakistano ha dichiarato che tre delle sue basi aeree sono state attaccate da missili indiani, tra cui una alla periferia della capitale Islamabad, vicino al quartier generale dell’esercito. “L’India, con la sua aggressività, ha attaccato con i missili. Le basi di Nur Khan, Murid e Shorkot sono state prese di mira“, ha informato il portavoce militare pakistano, Ahmed Sharif Chaudhry, in una diretta televisiva sabato mattina presto, rassicurando che solo pochi missili hanno superato le difese aeree e che non hanno colpito alcun “mezzo aereo”, secondo le prime valutazioni dei danni.
Non è tardato ad arrivare l’avvertimento dell’India che ha avvisato come “ora non vi resta che aspettare la nostra risposta“, giustificandosi che i suoi attacchi di mercoledì erano una rappresaglia per un attacco mortale contro i turisti indù nel Kashmir indiano il mese scorso. Il Pakistan ha invece negato le accuse ricevute di essere coinvolto nell’attacco ai turisti.
Da mercoledì, i due Paesi si sono scambiati fuoco e bombardamenti transfrontalieri, e hanno lanciato droni e missili nello spazio aereo dell’altro. Gran parte degli scontri di ieri
si sono svolti nel Kashmir indiano e nei vicini stati indiani. L’India ha dichiarato di aver abbattuto droni pakistani. Secondo le stime da quando e’ iniziato il conflitto almeno 48 persone hanno perso la vita.
Ora, in una rappresaglia “occhio per occhio“, il Pakistan ha annunciato l’inizio del suo contrattacco di fronte all'”aggressione indiana”, colpendo l’aeroporto indiano di Pathankot e la base aerea di Udhampur. L’esercito ha affermato di aver avviato l’Operazione Bunyanun Marsoos, un nome ripreso da un versetto coranico che significa ‘muro indistruttibile‘. Al momento, secondo quanto riferito dalla CNN, sono state prese di mira anche le basi aeree indiane utilizzate per lanciare missili contro il Pakistan.
Tra fiamme, fumo e boati, in seguito agli attacchi ricevuti, il Pakistan ha deciso di chiudere il suo spazio aereo. Gli attacchi di prima mattina su Nur Khan a Rawalpindi, un’area densamente popolata, hanno scatenato il panico di massa, con i residenti
che si sono riversati in strada. I tentativi dell’India di attaccare Rawalpindi e altre basi militari chiave, nonché il lancio del contrattacco del Pakistan sabato, segnano quello che appare come l’inizio della più profonda escalation, che sta facendo convergere i due Paesi più vicini ad una guerra che mai in decenni, sfiorando la convocazione del comando nucleare in Pakistan.
La richiesta di de-escalation
Proprio l’escalation ha allarmato il mondo intero che sta assistendo ad una seria minaccia alla stabilità regionale. I Paesi membri del G7 si sono attivati per chiedere una “de-escalation immediata” tra India e Pakistan, invitando le due potenze nucleari “a esercitare la massima moderazione“, oltre a spingere affinché i due Paesi si impegnino “in un dialogo diretto in vista di una soluzione pacifica”.
Richiesta di dialogo che è stata espressa anche dal Segretario di Stato americano, Marco Rubio. La sua esortazione a India e Pakistan si è incentrata proprio sul ristabilire linee di comunicazione dirette per “evitare qualsiasi errore di calcolo” nel conflitto. Secodo quanto riferito dal Dipartimento di Stato, in separate telefonate con i Ministri degli esteri delle due potenze nucleari asiatiche, Rubio “ha sottolineato che entrambe le parti devono individuare metodi per ridurre l’escalation“.
Non manca anche l’appello della Cina, che si è mossa per esortare i suoi due
vicini. “Invitiamo – comunica il Ministero degli Esteri di Pechino in una nota – con fermezza sia l’India che il Pakistan a dare priorità alla pace e alla stabilità, a mantenere la calma, a esercitare moderazione e a tornare sulla strada della risoluzione politica attraverso mezzi pacifici, evitando misure che potrebbero aumentare ulteriormente le tensioni“.
L’attacco nel Kashmir
Nella notte di ieri, la città di Jammu, nel Kashmir indiano, è sprofondata nell’oscurità dopo una serie di esplosioni che si sono verificate nella regione. Secondo quanto riportato dalle autorità indiane, sembrerebbe che i boati siano dovuti a bombardamenti in corso da parte del Pakistan, che sarebbero a loro volta diretta conseguenza dell’attacco dell’India ai nascondigli dei terroristi nel Paese all’inizio di questa settimana.
“Da dove mi trovo si sentono ora rumori intermittenti di esplosioni, probabilmente di artiglieria pesante“, ha dichiarato il Primo Ministro, Omar Abdullah, in un post su X. Una fonte del ministero della Difesa indiano ha poi dichiarato che un nuovo attacco con droni è stato condotto dal Pakistan nel Kashmir indiano.
La situazione in India e Pakistan: si intensificano gli scontri
Al momento, la situazione tra India e Pakistan sembra divenire sempre più gravosa. Nuova Delhi ha accusato Islamabad di aver compiuto una serie di attacchi notturni sul territorio indiano, ignorando quindi i numerosi appelli internazionali per evitare che il conflitto assumesse dimensioni preoccupanti.
Nella giornata di oggi, invece, sono stati registrati molteplici attacchi da parte di presunti droni pakistani lungo il confine. “Gli attacchi dei droni sono stati respinti e si è risposto in modo appropriato“, ha sostenuto l’esercito, chiarendo che invece il Pakistan non ha risposto immediatamente al contrattacco.
Secondo l’ultimo rapporto, sarebbero 16 i morti tra i civili in India, mentre il Pakistan ha registrato 32 decessi tra la popolazione. Quello in corso sarebbe il più grave scontro militare tra i due Paesi negli ultimi decenni. L’India ha accusato Islamabad di sostenere il gruppo jihadista accusato di aver compiuto la strage tra i turisti nella località turistica di Pahalgam, dove sono rimaste uccise 26 persone.
Il primo attacco dell’India ai danni del Pakistan è stato infatti giustificato come una “risposta mirata e proporzionata” a presunte infiltrazioni di miliziani sostenuti da Islamabad nel territorio del Kashmir indiano. Il Pakistan ha invece sostenuto che si tratti di un atto di aggressione non provocato a cui avrebbe fatto seguito una risposta proporzionata.
I primi attacchi avrebbero colpito infrastrutture che sono considerate basi di addestramento per terroristi, che si trovano nelle aree di Muzaffarabad e Bahawalpur, oltre che in alcune zone rurali del Punjab.
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