Zelensky alla riunione dei leader europei: «Via i russi da tutta l’Ucraina». Scholz: «La Nato non entra in guerra». La posizione dell’Italia
Un documento finale che mette su carta le intenzioni dei sette leader europei più Zelensky, il presidente ucraino invitato al G7. «Le azioni di Putin coprono di vergogna la Russia e gli storici sacrifici del suo popolo», è uno dei passaggi più significativi emersi dal G7 concluso domenica sera, in cui sono emerse anche posizioni differenti tra i diversi rappresentanti dei Paesi.
Putin non vincerà la guerra
La Russia «ha violato l’ordine internazionale basato sulle regole, in particolare la Carta delle nazioni Unite, concepita dopo la Seconda Guerra Mondiale per risparmiare alle successive generazioni la piaga della guerra», denunciano i Grandi della terra. Che, alla vigilia dell’atteso intervento del leader russo per la parata sulla Piazza Rossa, ribadiscono il loro impegno affinché «Putin non vinca questo conflitto contro l’Ucraina» e la loro volontà a sostenerla per difendere i confini internazionalmente riconosciuti. «Lo dobbiamo alla memoria di quelli che hanno combattuto per la libertà nella Seconda guerra mondiale», dichiarano, annunciando nuove sanzioni.
Parla Zelensky
Alla video conferenza ha partecipato anche il presidente ucraino Zelensky, che ha sottolineato «la ferma determinazione dell’Ucraina a proteggere la propria sovranità e integrità territoriale: l’obiettivo finale dell’Ucraina e’ garantire il pieno ritiro delle forze russe dall’intero territorio dell’Ucraina e garantire la sua capacita’ di proteggersi in futuro».
Tra le cinque misure annunciate dal G7 c’è anche la progressiva emancipazione dall’energia russa, a partire dal bando dell’import del petrolio russo in modo «in modo tempestivo e ordinato», garantendo al mondo il tempo per garantirsi forniture alternative. Ma l’Ue fatica a trovare un accordo (politico e tecnico) proprio su questo capitolo: è infatti slittato ancora il via libera dei rappresentanti permanenti dei 27 dell’Ue al sesto pacchetto di sanzioni contro Mosca, che comprende l’embargo graduale al petrolio russo.
Tra le altre azioni indicate dal G7, il divieto di fornire servizi chiave da cui dipende la Russia, misure contro il settore bancario, lotta alla propaganda di regime del Cremlino, sanzioni contro le élite finanziarie russe e i loro familiari. I leader hanno promesso anche che “non risparmieremo alcuno sforzo perché Putin, gli architetti e i complici di questa aggressione, compreso il regime di Lukashenko, rispondano delle loro azioni in base alla legge internazionale.
La Nato non entra in guerra
A coordinare i lavori Olaf Scholz, che ha la presidenza di turno e che nel suo discorso alla nazione, si è detto «profondamente convinto che Putin non vincerà e che l’Ucraina resisterà, mentre libertà e sicurezza vinceranno come 77 anni fa contro l’oppressione, la violenza e la dittatura». Ma, ha assicurato il cancelliere tedesco, «non prenderemo alcuna decisione che porti la Nato in guerra».
Il premier Draghi, che il 10 maggio sarà ricevuto nello Studio Ovale da Joe Biden, da parte sua ha posto l’accento sull’importanza di uno stretto coordinamento per supportare Kiev e perseguire la pace promuovendo un immediato cessate il fuoco e negoziati credibili: «Dobbiamo continuare a sostenere l’Ucraina e dobbiamo andare avanti con il sesto pacchetto di sanzioni nei confronti della Russia. Allo stesso tempo, dobbiamo fare ogni sforzo per aiutare a raggiungere quanto prima un cessate il fuoco e per dare nuovo slancio ai negoziati di pace. Il G7 deve anche continuare a impegnarsi per aiutare quei Paesi poveri che rischiano una crisi alimentare».