“Non torneremo indietro” questa è la promessa che Kamala Harris, candidata presidente negli Stati Uniti d’America, ha pronunciato dal palco della convention di Chicago, subito dopo aver accettato ufficialmente di correre per la Casa Bianca. Con un discorso di soli 45 minuti, la democratica ha riassunto i temi cruciali che saranno affrontati nella sua amministrazione, ha criticato le scelte e i propositi del suo avversario ed è riuscita anche ad augurare “Buon decimo anniversario” a suo marito Doug.
Harris ha dimostrato la sua genuinità, ha confermato agli americani di essere una di loro e ha ricordato a tutti che gli Stati Uniti possono essere la più grande Nazione del mondo, anche senza cinismo, temi divisivi e rancore. “Questa non è solo l’elezione più importante della nostra vita ma di una generazione” ha sostenuto la democratica, dichiarando che è giunto il momento di “tracciare una nuova strada da seguire, non come membri di un partito o di una Nazione ma come americani“.
Sul palco di Chicago, davanti a 5000 democratici e in assenza di contraddittorio, Kamala Harris si dice pronta ad essere la presidente di “tutti gli statunitensi“, o meglio, “la presidente di tutti coloro che pensano di non poter vivere in altri posti se non nella più grande Nazione della Terra“, ricorda le sue umili origini e propone riforme economiche, lavorative ed anche sociali. A chilometri di distanza, dalla comodità della sua casa, Donald Trump ha assistito alla convention e, a conclusione del discorso di Harris, ha scritto su Truth: “Avrebbe dovuto fare prima le cose che sostiene di voler fare ora, avrebbe potuto farle tre anni e mezzo fa“.
Harris: “Trump alla Casa Bianca è pericoloso“
L’obiettivo principale che la candidata presidente vuole perseguire è quello di un sostegno economico alla classe media, quell’enorme agglomerato di cittadini che negli Usa subisce in primis le decisioni della politica americana. La candidata dem si presenta come una di loro, come una donna nera che ha vissuto le difficoltà delle famiglia normali, che ha affrontato il divorzio dei genitori e che ha dovuto convivere con il razzismo e il pregiudizio.
“Mia madre ha insegnato a me e mio fratello a non lamentarci delle ingiustizie ma di fare qualcosa per cambiarle” ha sostenuto la vicepresidente di Joe Biden, sostenendo che questo modo di pensare e di agire non l’ha ancora abbandonata. Così è necessario intervenire per aiutare i lavoratori del settore della ristorazione, è necessario dare sostegni agli insegnanti e in generale c’è bisogno di maggiore stabilità, a partire da quella fascia di popolazione che rappresenta la maggior parte degli Usa.
Sostenuta da diversi personaggi del mondo dello spettacolo, da Pink a Beyoncé, così come da decine di rappresentanti del partito democratico, la numero due dell’amministrazione Biden, ha cercato di creare un’alternativa totalmente diversa da ciò che è proposto da Donald Trump, sia sul piano politico che sociale. “Si tratta di una persona non seria ma le conseguenze di averlo alla Casa Bianca possono essere estremamente serie. Considerate il potere che avrà, soprattutto dopo che la Corte Suprema gli ha concesso l’immunità“.
Harris quindi si appella al buon senso degli elettori, ricordando gli errori del passato ed esortando a non ripeterli. Altri quattro anni di governo Trump potrebbero essere fatali per la Nazione. La democratica, invece, dichiara di non essere disposta a fare alleanze con dittatori come Trump e assicura di avere intenzione di risolvere i problemi principali che al momento il Paese si trova ad affrontare. Sulla guerra a Gaza “il lavorio è incessante” e l’obiettivo di Harris e Biden sarebbe quello di riuscire a trovare un accordo che “protegga Israele, ponga fine alle morti a Gaza e permetta ai palestinesi di realizzare la loro aspirazione di autodeterminazione“.
Sulla guerra contro la Russia, Harris ha dichiarato di avere intenzione di continuare a sostenere l’Ucraina nel suo diritto a difendere i propri confini, mentre sull’immigrazione ha parlato di riforme e prese di posizione, senza entrare nei dettagli di uno dei punti deboli principali della sua campagna elettorale. La strada per il 5 novembre non è più tanto lunga e la scalata di Harris e Waltz non potrà mettersi rallentamenti o passi falsi di fronte al potere e all’influenza di Donald Trump, che è ormai convinto di essersi assicurato la vittoria contro i democratici.
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