Il gruppo islamico palestinese Hamas ha dichiarato che qualsiasi accordo di cessate il fuoco a Gaza deve includere il ritiro totale delle forze israeliane dal territorio. Questa dichiarazione è stata rilasciata in un momento critico, mentre i colloqui di tregua sono ripresi oggi a Doha, capitale del Qatar. Hossam Badran, un funzionario di alto livello di Hamas, ha espresso con fermezza la posizione del gruppo, sottolineando che un cessate il fuoco globale è strettamente legato a tre condizioni fondamentali: la fine delle operazioni militari israeliane, il ritiro completo delle truppe israeliane da Gaza e il ritorno delle persone sfollate a causa del conflitto.
La dichiarazione di Badran rappresenta una chiara indicazione delle intenzioni di Hamas di non accettare compromessi parziali o temporanei. Il gruppo, che controlla la Striscia di Gaza dal 2007, ha da sempre rifiutato la presenza militare israeliana nel territorio e ha chiesto il ripristino della situazione precedente all’ultima escalation di violenze. Secondo Badran, il ritiro israeliano è una condizione imprescindibile per garantire una pace duratura nella regione.
La posizione di Hamas complica ulteriormente gli sforzi diplomatici internazionali per raggiungere una tregua. Israele, dal canto suo, ha sempre sostenuto che le sue operazioni militari a Gaza sono necessarie per fermare i lanci di razzi e per smantellare le infrastrutture militari di Hamas. Tuttavia, la richiesta di un ritiro completo delle truppe potrebbe incontrare una forte resistenza da parte di Israele, che considera Gaza un focolaio di attività ostili che minacciano la sicurezza del paese.
I colloqui a Doha, mediati da rappresentanti del Qatar, dell’Egitto e delle Nazioni Unite, si svolgono in un contesto di crescenti pressioni internazionali per porre fine alla violenza. La comunità internazionale ha espresso preoccupazione per l’alto numero di vittime civili e per la crisi umanitaria che si sta aggravando nella Striscia di Gaza, dove la popolazione soffre a causa della mancanza di accesso ai beni di prima necessità e ai servizi essenziali.
Nonostante le dichiarazioni di Hamas, rimane incerto se Israele sarà disposto a ritirarsi completamente da Gaza. L’esito dei colloqui di Doha potrebbe quindi dipendere dalla capacità delle parti coinvolte di trovare un compromesso che rispetti le esigenze di sicurezza di Israele e le richieste di sovranità e autodeterminazione di Hamas.
Nel frattempo, le violenze continuano a seminare morte e distruzione nella regione, con conseguenze devastanti per la popolazione civile. Le Nazioni Unite hanno avvertito che il conflitto potrebbe sfociare in una crisi umanitaria di vasta scala se non si troverà presto una soluzione pacifica. Mentre il mondo osserva con preoccupazione gli sviluppi a Doha, resta da vedere se le diplomazie internazionali riusciranno a spezzare il ciclo di violenza e a gettare le basi per una pace duratura tra Israele e Hamas.
Trump: “Netanyahu deve ottenere una vittoria in fretta“
L’ex presidente Usa Donald Trump ha dichiarato di aver avuto un colloquio con il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Una breve conversazione in cui i due hanno cercato di trovare una mediazione che possa portare alla fine del conflitto, anche se con metodi particolare. Il miliardario americano ha infatti confessato di avere detto al leader dello Stato ebraico di “sbrigarsi a vincere” perché “le uccisioni devono cessare“.
Secondo il tycoon, inoltre, Netanyahu non avrebbe bisogno di consigli perché “sa esattamente cosa sta facendo“. Inoltre, in una conferenza stampa nello Stato del New Jersey, il candidato repubblicano ha negato di aver esortato il premier israeliano a non accettare un cessate il fuoco con Hamas.
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