Kiev ospiterà un incontro sui diritti umani mentre l’Onu si prepara per il voto sul documento per una pace giusta a favore dell’Ucraina
A quasi un anno di guerra in Ucraina il Palazzo di Vetro dell’Onu si prepara a ospitare numerosi ministri degli Esteri dei Paesi europei in occasione della risoluzione per la pace in Ucraina. Sarà proprio la capitale ucraina a ospitare il 22 febbraio un incontro sui diritti umani, seguito nel pomeriggio dall’apertura della sessione di emergenza in Assemblea che si estenderà per tutta la giornata del 23 febbraio con il voto di un documento previsto a fine giornata. In Consiglio di Sicurezza, invece, ci sarà la riunione a livello ministeriale direttamente il 24 febbraio, giorno in cui lo scorso anno le forze russe hanno invaso l’Ucraina con l’obiettivo di strappare i territori a Kiev e considerarli russi.
In assemblea sul tavolo è presente una bozza di risoluzione che evidenzia la necessità di una pace giusta, in grado dunque di garantire la “sovranità, l’indipendenza, l’unità e l’integrità territoriale dell’Ucraina”. Un testo meno dettagliato del piano di pace esplicato in 10 punti, è già stato annunciato dallo stesso presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, lo scorso novembre con l’obiettivo di ottenere una pace “globale, giusta e duratura – in Ucraina – il prima possibile”. Il leader di Kiev, inoltre, continua a chiedere che la Russia “ritiri immediatamente, completamente e incondizionatamente tutte le sue forze militari”. L’Assemblea generale è diventata l’organo dell’Onu più importante che si occupa di sostenere l’Ucraina, dato che il Consiglio di Sicurezza è di fatto paralizzato a causa del potere di veto della Russia.
Mosca isolata dalla maggior parte dei Paesi che condannano la guerra
Mosca a causa della guerra che sta guidando si ritrova isolata dalla maggior parte dei Paesi che condannano l’aggressione. Al suo fianco solo Bielorussia, Siria e Nord Corea. In più, una parte del mondo mantiene posizioni più distanti sia dall’essere al suo fianco sia dal condannarla come Cina, India e numerosi Paesi africani che in svariate occasioni hanno optato per l’astensione.
Al momento sono cinque i testi adottati in Assemblea dall’inizio della guerra. Quella del 12 ottobre scorso, che condanna il tentativo di annessione illegale della Russia di quattro regioni ucraine giustificate da Mosca con i referendum farsa. Il testo ha, infatti, ottenuto il voto più alto con 143 sì, 5 no e 35 astensioni.
Per quanto riguarda la prima risoluzione, invece, del 2 marzo 2022 è passata con 141 sì, 5 no e 35 astenuti. Il 24 marzo, invece, l’Assemblea ha votato con 140 voti favorevoli, 5 contrari e 38 astenuti un testo che incolpava la Russia di aver scatenato una crisi umanitaria in Ucraina. Il 7 aprile oggetto del voto era la sospensione della Russia dal Consiglio dei diritti umani dell’Onu e alcuni Paesi sono stati più titubanti: 93 sono stati i sì, 24 i no presente qui Pechino che in questo caso si è allineata con Mosca e 58 gli astenuti. L’ultimo testo risale al 14 novembre dove si chiedeva di attribuire alla Russia la colpa di aver violato il diritto internazionale invadendo l’Ucraina. In questo caso l’esito si è concluso con un risultato simile: 94 sì, 14 no e 73 astenuti.