Israele, recuperato corpo ostaggio tailandese, Netanyahu: ‘Avanti finché non riporteremo tutti a casa’

Dopo gli incidenti dei giorni scorsi, con l'esercito israeliano che ha sparato a "individui sospetti" e diverse decine di palestinesi uccisi dai soldati, la Gaza Humanitarian Foundation non ha aperto i suoi siti per la distribuzione di aiuti alimentari

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Nel giorno del 20esimo mese dall’inizio della guerra in Medio Oriente tra Israele e Hamas, le ostilità tra le parti non accennano ad arrestarsi. Sono 22 le persone rimaste uccise nelle prime ore di oggi in bombardamenti e scontri a fuoco con israeliani in diverse zone della Striscia di Gaza, tra l’area di Khan Yunis, l’ovest della città di Gaza City e Rafah.

Oggi l’ufficio di Benjamin Netanyahu ha comunicato di aver recuperato il corpo dell’ostaggio thailandese Pinta Nattapong in un’operazione speciale dell’Idf e dello Shin Bet a Rafah, nella Striscia di Gaza. Era stato rapito il 7 ottobre 2023 dai terroristi del gruppo Brigate Mujahideen nel kibbutz Nir Oz. Nattapong è stato poi assassinato durante i giorni della prigionia.

Il recupero della salma di Pinta Nattapong è stato possibile grazie alle informazioni ottenute durante un interrogatorio dello Shin Bet a un palestinese detenuto a Gaza. Il cittadino non era mai stato dichiarato ufficialmente morto, ma, secondo quanto riportato da Times of Israel, era tra gli ostaggi per la cui vita Israele temeva seriamente. Secondo l’Idf, le Brigate Mujahideen avrebbero anche il corpo di un altro cittadino straniero.

Netanyahu annuncia recupero di altri due ostaggi

Lo scorso 5 giugno Tel Aviv aveva comunicato che, in un’operazione speciale condotta dallo Shin bet e dall’esercito nella Striscia di Gaza nella zona di Khan Yunis, erano recuperati i corpi senza vita di due ostaggi israeliani, Gadi Haggai e Judih Weinstein-Haggai, marito e moglie, di 73 e 70 al momento dell’attacco del 7 ottobre 2023.

Secondo il Times of Israel la coppia è stata assassinata proprio durante l’offensiva di Hamas nel kibbutz Nir Oz, ma la loro morte sarebbe stata confermata dall’esercito solo a dicembre. Gadi lavorava come cuoco nella mensa del kibbutz e Judy era insegnante di inglese ed entrambi avevano la cittadinanza statunitense.

Benyamin Netanyahu si era espresso con un comunicato, ringraziando i combattenti e comandanti impegnati in quest’operazione speciale. Il Primo ministro di Israele ha poi continuato: “Non ci fermeremo né resteremo in silenzio finché non riporteremo a casa tutti i nostri ostaggi, sia i vivi che i caduti“. Ad oggi rimangono 56 persone nelle mani di Hamas.

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