L’ex cancelliera parla nell’ambito della serata di saluto del presidente Reiner: «Conflitto profonda cesura della storia». E non cita mai Putin
Angela Merkel ha parlato in pubblico per la prima volta da quando ha lasciato la guida della Germania, rompendo il silenzio sull’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.
Durante la serata di saluto a Berlino per Reiner Hoffmann, presidente del sindacato Dgb che ha lasciato la sua posizione, la Merkel si è espressa su un tema che le era più volte stato chiesto di commentare.
L’ex cancelliera tedesca ha definito la guerra «una profonda cesura» nella storia d’Europa, esprimendo solidarietà al Paese e sostegno «al suo diritto di autodifesa».
Ha inoltre aggiunto di appoggiare tutti gli sforzi dell’Unione Europea, degli Stati Uniti, della Nato, delle Nazioni Unite e del G7 per fermare la «barbara aggressione» in corso ai danni dell’Ucraina. Grande assente nel discorso, Vladimir Putin: il presidente russo, ha notato il quotidiano tedesco Sueddeutsche Zeitung, non è stato infatti mai citato.
Già in aprile la Merkel si era espressa sulla barbarie della guerra
Non è la prima volta che la Merkel si esprime a riguardo: all’indomani della strage di Bucha aveva risposto alle accuse di Zelensky di aver bloccato l’ingresso di Kiev nella Nato. Il presidente ucraino aveva criticato il veto posto da lei e dall’ex presidente francese Sarkozy come aggravante delle sofferenza del suo popolo, invitando i due leader a recarsi a Bucha per prendere atto della loro fallimentare politica. Già allora la Merkel aveva parlato della guerra come di una “barbarie”, affermando però di “rivendicare la posizione in merito alle decisioni” prese durante il vertice Nato a Bucarest nel 2008.
E proprio a Bucha ha fatto riferimento durante l’ultimo discorso, affermando che «non dovremmo mai dare per scontate la pace e la libertà» ed elogiando l’accoglienza dei profughi ucraini da parte di Polonia e Moldavia.
Più volte era stato chiesto alla Merkel di intervenire a riguardo
Un commento a riguardo della Merkel si aspettava sin dall’inizio del conflitto, in particolar modo in relazione alla sua passata politica estera con il Cremlino e il relativo consolidamento della dipendenza della Germania dal gas russo.
Se infatti la Germania aveva dapprima salutato il cancellierato della Merkel celebrandola con tutti gli onori, il giudizio complessivo sul suo operato si sta via via inasprendo, divenendo molto più contraddittorio. Una discussione sulla sua politica estera durante i 16 anni di leadership potrebbe trovare terreno più fertile durante l’incontro dal vivo al teatro Berliner Ensemble il prossimo 7 giugno.