La Corte Costituzionale della Romania ha respinto il ricorso di Calin Georgescu contro la decisione della commissione elettorale, escludendolo in tal modo definitivamente dalla corsa alle elezioni presidenziali segnate in calendario per il 4 maggio prossimo. Una decisione clamorosa che potrebbe inasprire ulteriormente il teso clima politico nel Paese balcanico, con possibili nuove proteste e manifestazioni a sostegno dell’esponente di estrema destra. Proteste già scoppiate in seguito alla notizia nei giorni scorsi della mancata accettazione da parte dal Comitato centrale elettorale della Romania, della rinnovata candidatura di Georgescu.
Le motivazioni che avrebbero spinto la Corte Costituzionale a presentare tale risultato, sarebbero riconducibili a presunte interferenze russe nella campagna elettorale, inclusa la manipolazione dei social media e finanziamenti illeciti. Cause che si aggiungono alle motivazioni della commissione elettorale riguardanti le irregolarità riscontrate nella documentazione presentata dal politico sovranista per la ricandidatura e le indagini penali in corso a suo carico, comprese quelle di attacco costituzionale e creazione di una organizzazione fascista e razzista.
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Ad ogni modo, il sostegno dell’esponente di estrema destra anche oggi si è fatto sentire. Infatti, i sostenitori di Georgescu, che i sondaggi danno sempre come favorito con percentuali intorno al 40% il politico ultranazionalista su posizioni filorusse, xenofobe e razziste, avevano atteso il verdetto fuori dalla Corte costituzionale.
Romania, le proteste dei giorni scorsi
Alcuni cittadini romeni, però, hanno deciso di non attendere i chiarimenti del Comitato elettorale, né capire quali saranno le prossime mosse del politico sovranista. Come riporta l’agenzia di stampa Agerpres, diversi sostenitori di Georgescu, che si trovavano davanti alla sede dell’ufficio elettorale, dopo aver saputo della decisione hanno forzato le recinzioni installate dagli agenti. In pochi minuti il panico ha invaso la zona, costringendo le forze dell’ordine a intervenire e allontanarli, per poi reinstallare le recinzioni.
#Romania 🇷🇴 divampano le proteste dopo l'esclusione dalle elezioni del candidato euroscettico #Georgescu pic.twitter.com/k5rh4ISlVe
— Il Politico Web (@ilpolitico_web) March 9, 2025
Secondo quanto emerso da un comunicato della gendarmeria di Bucarest, sembrerebbe che i manifestanti abbiano forzato il cordone di sicurezza e che siano stati poi sgomberati con i gas lacrimogeni. Le autorità rumene hanno quindi invitato i partecipanti alle proteste ad evitare ogni tipo di violazione della legge e a continuare a manifestare pacificamente. Sembrerebbe che i disordini siano ancora in corso nella capitale rumena.
Romania, dalle elezioni del novembre 2024 ad oggi
L’esclusione di Calin Georgescu dalle elezioni del prossimo maggio è solo l’ultimo tassello di una storia politica travagliata che in Romania prosegue dallo scorso novembre. Proprio quattro mesi fa, infatti, si sono tenute le elezioni presidenziali nel Paese, poi annullate per il pericolo di una presunta influenza russa nel voto. Al primo turno vinse proprio il politico sovranista, che si era candidato come indipendente.
La Corte costituzionale rumena ha però annullato i risultati del primo turno proprio a due giorni dal ballottaggio che avrebbe dovuto tenersi lo scorso 8 dicembre. Secondo quanto si apprese, la decisione era dettata dal timore che la Russia avesse dato inizio ad una campagna fantasma per sostenere e portare alla vittoria il candidato filorusso. La rabbia di Georgescu per come la questione venne gestita fu rovesciato in una serie di post pubblicati contro lo Stato, in cui sosteneva che quanto accaduto fosse “un colpo di stato ufficializzato“.
Lo scorso febbraio, i pubblici ministeri rumeni hanno dato inizio ad un’indagine in sede penale nei suoi confronti, con l’accusa di “incitamento ad azioni contro l’ordine costituzionale“, di sostegno a gruppi fascisti e di di false dichiarazioni di finanziamento della campagna elettorale. Lo scorso venerdì, poi, Georgescu aveva presentato la sua candidatura, al fine di poter partecipare alle elezioni del prossimo 4 maggio.
La notizia ha invece scatenato un nuovo moto di furia, che ha spinto il politico a mandare un messaggio al popolo e in generale all’Occidente: “Se cade la democrazia in Romania, cadrà tutto il mondo democratico! Questo è solo l’inizio. È così semplice! L’Europa è ormai una dittatura, la Romania è sotto tirannia!“.
Le reazioni internazionali
Tra i primi a commentare l’esclusione di Georgescu c’è il braccio destro di Donald Trump, Elon Musk, che ha definito una “follia” quanto accaduto, per poi sostenere che in parte la scelta del Comitato elettorale sarebbe collegabile all’influenza dell’economista George Soros.
In prima fila anche il leader della Lega, Matteo Salvini, che ha parlato di “euro-golpe in stile sovietico“, prima di ripercorrere in breve le tappe che da novembre a oggi hanno interessato Georgescu. “Altro che ‘riarmare l’Europa’, qui bisogna rifondarla per difendere la Democrazia“, ha sottolineato il vicepremier, per poi esprimere vicinanza al popolo romeno che “in patria e in Italia sono derubati del loro diritto di voto da un furto di democrazia gravissimo“.
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