A Gaza trovati sei ostaggi israeliani morti: “Uccisi poco prima arrivo Idf”

Uno degli ostaggi uccisi è un cittadino statunitense, la cui morte ha convinto Biden ad intervenire per rassicurare l'opinione pubblica che l'accordo per la pace verrà presto raggiunto

Redazione
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Nel giorno dell’uccisione del comandante della brigata centrale di Gaza della Jihad palestinese, lo Stato ebraico ha recuperato sei cadaveri appartenenti ad ostaggi israeliani nelle mani di Hamas. Un duro colpo al Paese di Netanyahu, che continua a portare a casa più corpi senza vita che sopravvissuti, iniziando a minare la fiducia delle famiglie e dell’opinione pubblica del Paese. Se da un lato Tel Aviv ha potuto gioire per la neutralizzazione di un importante tassello dell’organizzazione terroristica di Hamas, dall’altro ha dovuto fare i conti con il fallimento delle promesse fatte ai suoi cittadini.

I sei cadaveri, recuperati nel corso di un’operazione del valico di Rafah, sono stati immediatamente trasportati in Israele, dove si è proceduto alla loro identificazione. Si tratta di Carmel Gat, Eden Yerushalmi, Alexander Lobanov, Almog Sarusi, Ori Danino e Hersh Goldberg-Polin, quest’ultimo cittadino israelo-statunitense. Secondo quando riportato dall’Idf sembrerebbe che le 6 vittime siano state uccise poco prima dell’arrivo dell’Idf, forse proprio per evitare che venissero liberati.

Cinque degli ostaggi uccisi erano stati rapiti lo scorso 7 ottobre, durante il festival al confine con la Palestina. Il presidente Joe Biden ha deciso di lanciare un messaggio di vicinanza e cordoglio alla famiglie delle vittime, garantendo l’impegno degli Usa verso i negoziati per la pace e sostenendo di essere speranzoso che il conflitto in Medio Oriente possa presto trovare una sua conclusione.

Il ritrovamento degli ostaggi a Gaza

L’Idf ha sostenuto di aver individuato i sei cadaveri in un tunnel sotto la città di Rafah, a circa un chilometro di distanza dal punto in cui solo pochi giorni fa era stato individuato Farhan al-Qadi, ostaggio liberato mentre si trovava ancora in vita. Proprio il ritrovamento di quest’ultimo aveva convinto le truppe israeliane ad operare con una certa attenzione proprio nella consapevolezza che nella zona potessero esserci ostaggi.

Il ritrovamento è avvenuto durante i combattimenti sul territorio di Rafah, portati avanti in superficie, mentre una serie di militari ispezionava i tunnel posti sotto terra. All’arrivo dei soldati, però, i sei corpi erano ormai senza vita.

Medio Oriente, la rabbia dei famigliari

Mentre Joe Biden promette una pace raggiungibile in tempi brevi, l’opinione pubblica israeliana potrebbe aver iniziato a nutrire dubbi sulle operazioni portate avanti dall’esercito in Palestina. I famigliari degli ostaggi, a seguito del ritrovamento dei sei corpi senza vita, avrebbero promesso una dura protesta nei confronti dello Stato ebraico.

A partire da domani, il Paese tremerà” hanno infatti dichiarato dal Forum delle famiglia degli ostaggi, esortando “la gente a prepararsi” perché “Israele tremerà“. I famigliari, quindi, incolpano Netanyahu di aver “abbandonato gli ostaggi“, perché il ritrovamento dei sei corpi senza vita ha dimostrato che i piani del Paese possono rivelarsi fallimentari.

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Yair Lapid, leader dell’opposizione israeliana

Sulla questione si è espresso anche il leader dell’opposizione israeliana, Yair Lapid, che ha dichiarato: “La morte degli ostaggi è straziante per l’intero Paese, tranne per chi lo guida“. Secondo il politico, ora è il momento di impegnarsi per raggiungere un cessate il fuoco e di conseguenza la conclusione di questo sanguinoso conflitto. “Invece di fare un accordo, stanno facendo politica, invece di salvare vite, stanno seppellendo gli ostaggi. Invece di fare di tutto per riportarli a casa, il primo ministro Benjamin Netanyahu sta facendo di tutto per restare al potere. Il governo dei disastri sta seppellendo lo Stato di Israele” ha infatti scritto Lapid su X.

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