L'inviato della Casa Bianca Steve Witkoff ha presentato a Doha un nuovo piano aggiornato per il cessate il fuoco tra Israele e Hamas

Gaza, nuova proposta Usa per cessate il fuoco. Netanyahu contro l’inchiesta Onu: “Bugie antisemite”

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Arriva una nuova proposta da parte degli Stati Uniti per il cessate il fuoco a Gaza. Secondo quanto riportato da Axios, l’inviato di Washington Steve Witkoff ha presentato ai colloqui di Doha un piano aggiornato per l’estensione della tregua tra Israele e Hamas, che prevede la sua estensione sino alla conclusione del Ramadan e della Pasqua ebraica, ovvero fino al 20 di aprile.

Il progetto di Witkoff proporrebbe inoltre il rilascio di ulteriori ostaggi israeliani da parte di Hamas e la ripresa degli aiuti umanitari per la popolazione palestinese. Le notizie riportate da Axios deriverebbero da quattro fonti con conoscenza diretta dei fatti, che avrebbero specificato che la proposta s’inquadra nel tentativo dell’amministrazione Usa di guadagnare tempo per i negoziati e allo stesso tempo evitare la ripresa delle ostilità durante le festività religiose di entrambi i popoli.

Hamas: “Bene il dietrofront di Trump su sfollamento da Gaza”

Tanto Hamas quanto il governo egiziano – nelle vesti di Paese mediatore nell’ambito dei colloqui in corso in Qatar – hanno espresso approvazione per il dietrofront del presidente Trump sulla questione dello sfollamento dei palestinesi dalla Striscia.

 Il portavoce di Hamas, Hazem Qassem, ha esortato il Tycoon a non allinearsi con le posizioni di “estrema destra sionista del governo Netanyahu. “Se le dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Trump rappresentano una smentita di qualsiasi idea di spostamento della popolazione della Striscia di Gaza, sono benvenute“, così Qassem ha commentato la notizia del possibile cambio di rotta di Trump.

Netanyahu contro l’indagine Onu su Gaza: “atti di genocidio? Bugie antisemite”

Arrivano le dichiarazioni del leader dello Stato ebraico a seguito dell’indagine condotta dalle Nazioni Unite, in cui si accusa Israele di aver commesso atti genocidiari nei confronti della popolazione palestinese. Il premier ha reagito definendo il Consiglio per i diritti umani un “circo anti-israeliano”, sottolineando come l’Onu ancora una volta “abbia scelto di attaccare lo Stato di Israele con false accuse, delle vere e proprie bugie croniche”.

L’inchiesta Onu si è rivolta in particolare all’attacco da parte dell’Idf di strutture sanitarie e nello specifico della principale clinica dedicata alla fertilità e alla fecondazione in vitro, leggendo in questo intento una chiara volontà di infliggere “misure volte a impedire le nascite” all’interno della popolazione.

Secondo la convenzione delle Nazioni Unite, il genocidio si caratterizza come insieme di atti commessi con l’intento deliberato di distruggere, del tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso. Gli attacchi di Israele in tal senso hanno rappresentato gravi violazioni di diritti umani, provocando, nelle parole del presidente della commissione Navi Pillay, “gravi danni fisici e mentali immediati e sofferenze a donne e ragazze, ma anche effetti irreversibili a lungo termine sulla salute mentale e sulle prospettive riproduttive e di fertilità dei palestinesi come gruppo“.

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