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Gaza, nella notte il rilascio degli ostaggi israeliani. Netanyahu: “Enormi vittorie, ma le sfide restano tante”

Domani a Sharm el Sheikh, in Egitto, si terrà la cerimonia per la firma dell'accordo di pace per Gaza. Israele non sarà presente al fine di gestire il ritorno degli ostaggi. Saranno invece circa 20 i leader mondiali che prenderanno parte alla cerimonia

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A poche ore dal rilascio degli ostaggi rapiti da Hamas ormai due anni fa, il primo ministro di Israele, Benjamin Netanyahu, ha voluto inviare un messaggio alla Nazione. Nella notte, come annunciato da un portavoce del governo, dovrebbero essere rilasciati i 20 cittadini palestinesi che si trovano ancora a Gaza nelle mani di Hamas. Un ritorno atteso, che negli scorsi mesi ha creato qualche tensione nel Paese. Il comitato delle famiglie degli ostaggi ha organizzato manifestazioni in Israele per chiedere al governo diporre fine alla guerra e riportare a casa i rapiti.

Al contempo, i ministri di estrema destra, Bezalel Smotrich e Itamar Ben Gvir, hanno più volte espresso il loro disappunto per la gestione del conflitto da parte di Netanyahu. I due sono sostenitori di una guerra dura che porti alla distruzione di Hamas, a qualunque costo, tanto da aver deciso di non sostenere il piano di Trump per la pacificazione della Palestina.

Gaza, Netanyahu: “Abbiamo tutti i motivi per lasciare da parte le nostre divisioni”

Il messaggio del primo ministro affronta proprio queste tensioni. Innanzitutto, il ritorno degli ostaggi viene definito come un nuovo cammino, un cammino di costruzione, di guarigione e, spero, di unione di cuori“. In sostanza, per il leader israeliano si tratta solamente di una tappa di un lungo percorso che dovrà affrontare il Paese. Inoltre, il premier ha voluto ringraziare le famiglie di questi ostaggi che lo hanno “sostenuto in ogni decisione che ho preso durante la guerra“, permettendogli di arrivare ad oggi, ovvero alla vigilia di “un evento storico che alcuni non credevano potesse accadere“.

Eppure, di fronte a questo grande successo continuano ad essere presenti delle divisioni. “Abbiamo ancora delle divergenze“, ha infatti dichiarato, auspicando però che queste possano svanire nel prossimo futuro. “Abbiamo tutte le ragioni per metterle da parte“, ha sostenuto, facendo riferimento agli enormi passi in avanti compiuti finora nella guerra contro Hamas e ricordando che questo traguardo è stato possibile solo grazie alle “forze comuni” messe in atto.

Anche se questo successo può essere considerato una vera e propria vittoria, Netanyahu ha sostenuto che “la campagna non è finita“, in quanto le sfide da affrontare sono comunque molteplici. “Alcuni dei nostri nemici cercano di riorganizzarsi per attaccarci di nuovo“, ha spiegato, sottolineando la necessità che il Paese si mostri più forte che mai. “Insieme continueremo a vincere e, con l’aiuto di Dio, insieme assicureremo l’eternità ad Israele“, ha concluso.

Gaza, domani l’incontro per la firma dell’accordo di pace

Domani a Sharm el Sheikh, in Egitto, si terrà la cerimonia per la firma dell’accordo di pace per Gaza. Israele non sarà presente al fine di gestire il ritorno degli ostaggi. Saranno invece circa 20 i leader mondiali che prenderanno parte alla cerimonia. Oltre al presidente degli Usa, Donald Trump, che co-presiederà la cerimonia insieme al padrone di casa, il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi, saranno presenti il primo ministro italiano, Giorgia Meloni, il presidente francese, Emmanuel Macron, e molti altri.

Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, e il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, così come il cancelliere tedesco, Friederich Merz, e il primo ministro britannico, Keir Starmer, hanno accettato l’invito e presenzieranno alla cerimonia.

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