Gaza, i negoziati a Roma aprono dialogo ma lontano il cessate il fuoco

Il nuovo round di negoziati avviene in un momento cruciale, sottolinea Axios, ricordando che venerdì Benjamin Netanyahu ha incontrato Joe Biden che considera l'accordo fondamentale per la sua "legacy"

Redazione
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La guerra a Gaza continua a mietere vittime ed i negoziati di Roma non hanno portato ancora nessun annuncio ufficiale di soluzione. Sono rimasti in sospeso numerosi punti: a cominciare dai 115 israeliani sequestrati degli oltre 250 ostaggi catturati il 7 ottobre scorso dagli integralisti.

Il cessate il fuoco è ancora lontano ma il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu ha riferito che presto avranno luogo altri negoziati nei prossimi giorni. Ciò può fa aprire un duplice scenario. Come riposta anche il Corriere della Sera, i “canali indiretti che trasmettono fra le parti in conflitto le proposte su ostaggi e combattimenti restano aperti”, ma ciò non si traduce in un possibile rilascio di innocenti sulla striscia.

Il nuovo round di negoziati avviene in un momento cruciale, sottolinea Axios, ricordando che venerdì Benjamin Netanyahu ha incontrato Joe Biden che considera l’accordo fondamentale per la sua “legacy”. Alle famiglie degli ostaggi ha infatti ribadito che continuerà a spingere verso questo obiettivo fino alla fine del suo mandato, e queste, dopo l’incontro, a cui ha partecipato anche Bibi, si sono dette più ottimiste.

Gaza, i negoziati di Roma

Dai negoziati, Gaza sembra essere il punto di non ritorno. La tensione cresce in Israele e coinvolge anche il Libano e lo Yemen, fino all’Iran. Conclusi i negoziati di Roma, appare una foto di Gerusalemme e i rischi di un conflitto totale tra Israele e Hezbollah. Secondo alcune indiscrezioni, il premier israeliano avrebbe lasciato aperta la disponibilità ad accettare collaborazioni di forze straniere per il controllo dei passaggi tra Nord e Sud di Gaza dopo il cessate il fuoco.

Il parlamento israeliano si fermerà per almeno tre mesi. Lo stacco permetterà al premier Netanyahu di far scemare una delle insidie più grandi del suo mandato. I due ministri della Sicurezza e delle Finanze avevano minacciato di rompere la coalizione di governo nel caso in cui ci fossero stati dei negoziati su Gaza con troppe rinunce da parte dello Stato d’Israele.


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