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Gaza, 18 morti in un raid al mercato centrale: in un mese più di 500 persone uccise in fila per il cibo

Secondo l'Ufficio stampa del governo della Striscia, i dati sarebbero già inquietantissimi. Nelle ultime quattro settimane sono morte almeno 549 persone e 4mila sono rimaste ferite mentre attendevano di ricevere aiuti umanitari a Gaza. Medici Senza Frontiere ha accusato la Gaza Humanitarian Foundation, organizzazione sostenuta da Washington che gestisce gli aiuti umanitari nella Striscia, di aver "causato i massacri a catena" a Gaza

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Sono 18 le vittime dell’attacco condotto con droni israeliani al mercato di Gaza centrale. Un’offensiva improvvisa, confermata alla Bbc da un medico e da alcuni testimoni oculari, che avrebbero parlato di un raid che ha preso di mira un’unità di polizia di Hamas che cercava di assumere il controllo di un mercato nella città di Deir al-Balah. Non è chiaro però se tra le vittime vi siano anche agenti dell’organizzazione terroristica palestinese.

La situazione nella Striscia di Gaza diventa sempre più insostenibile. Proprio ieri Israele ha annunciato una nuova sospensione della distribuzione di cibo e beni essenziali, a causa degli attacchi perpetrati da Hamas nei confronti dei convogli. Una nuova carestia forza si abbatte quindi sulla zona di guerra, dove non si rischia di morire solo per le bombe, ma anche per la fame e le malattie.

Secondo l’Ufficio stampa del governo della Striscia, i dati sarebbero già inquietantissimi. Nelle ultime quattro settimane sono morte almeno 549 persone e 4mila sono rimaste ferite mentre attendevano di ricevere aiuti umanitari a Gaza. Medici Senza Frontiere ha accusato la Gaza Humanitarian Foundation, organizzazione sostenuta da Washington che gestisce gli aiuti umanitari nella Striscia, di aver “causato i massacri a catena” a Gaza, in quanto il meccanismo di distribuzione degli aiuti da loro creato sarebbe stato concepito solamente per “umiliare i palestinesi“.

Il nodo delle morti ai centri di distribuzione degli aiuti

Secondo Medici Senza Frontiere, ogni giorno la loro associazione accoglie persone ferite o uccise mentre cerano di procurarsi la loro razione di cibo dalla distribuzione. I centri sono controllati a vista dalle autorità israeliane che non esiterebbero ad aprire il fuoco nel momento in cui notano comportamenti che infrangono le regole da loro imposte. “Se le persone arrivano troppo presto e si avvicinano ai posti di blocco, vengono colpite. Se arrivano in orario, ma ci sono troppe persone e saltano gli argini e il filo spinato, vengono colpite, se arrivano in ritardo, non dovrebbero essere qui perché è una ‘zona evacuata’, vengono colpite“, ha denunciato l’associazione.

Un coro di denuncia a cui si è unito anche il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, che ha voluto ricordare la presenza ancora attiva del conflitto tra Israele e Hamas, passata in secondo piano a causa delle tensioni in Iran. “La ricerca di cibo non deve mai essere una condanna a morte“, ha tuonato il segretario, aggiungendo: “Le persone vengono uccide semplicemente cercando di sfamare se stesse e le loro famiglie“.

Gli attacchi in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza

Proprio l’attenzione all’altro conflitto mediorientale ha permesso il verificarsi di nuovi scontri in Cisgiordania tra coloni. Sono almeno 4 i morti nelle ultime ore, tra cui un ragazzino di soli 15 anni. L’ultimo attacco dei coloni è di questa mattina a Nablus, dove si trova la tomba del patriarca Giuseppe, sito sacro e conteso  da ebrei e musulmani. Secondo quanto si apprende, un gruppo di israeliani ha tentato di arrivare alla tomba nella notte di soppiatto e senza che neppure l’esercito  israeliano fosse stato avvertito, In poco tempo è nato uno scontro che ha dovuto essere sedato dagli agenti dell’Autorità nazionale palestinese e dell’Idf.

I raid israeliani continuano invece a provocare morti nella Striscia. Oggi 8 civili hanno perso la vita quando aerei militari israeliani hanno colpito un gruppo di persone vicino alla scuola Shaaban Al-Rayyes, nel quartiere di Tuffah, a est di Gaza City. Altri due palestinesi sono morti dopo che le forze israeliane hanno aperto il fuoco su una folla di civili radunata vicino a un punto di distribuzione di aiuti a sud di Al-Tina Street a Khan Younis, nella parte meridionale di Gaza. Secondo Al Jazeera, ieri mattina sono state 72 le persone decedute nella Striscia.

Una strage che sembra senza fine e che ora ha attirato l’attenzione di diversi Stati europei che ieri hanno chiesto al Consiglio europeo di prendere posizioni ben più dure contro Israele. Una posizione che ha spinto il presidente del Consiglio Ue, Antonio Costa, a chiedere all’Alto rappresentante per gli Affari esteri, Kaja Kallas, di stilare possibili sanzioni contro lo Stato ebraico per la violazione dei diritti umani nella Striscia di Gaza.

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