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Gaza, Israele ratifica l’accordo: scatta la tregua ma nella Striscia ancora raid, a breve il ritiro delle Idf

La firma di questo accordo è una delle mossa diplomatiche più importanti del Tycoon, anche più degli accordi di Abramo raggiunti nel corso del suo primo mandato. "Abbiamo messo fine alla guerra, penso che porterà a una pace durevole", ha spiegato Trump ai suoi ministri con una certa soddisfazione

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A mezzanotte e mezza del 10 ottobre, il governo di Israele ha ratificato l’accordo con Hamas sul cessate il fuoco a Gaza e la liberazione degli ostaggi. Si tratta, in sostanza, della prima fase del piano di pace proposto dal presidente Usa, Donald Trump, sempre più convinto di voler porre fine al più presto al conflitto in Palestina. Il documento non è stato approvato all’unanimità, con ben cinque ministri dei partiti di estrema destra, tra cui Bezalel Smotrich e Itamar Ben Gvir, che si sono detti contrari alla fine del conflitto.

Il governo di Benjamin Netanyahu, invece, sembra sempre più convinto di voler riportare a casa gli ostaggi e dare inizio ad un processo di pacificazione. Nelle prossime ore, quindi, verranno attuati alcuni dei punti del piano. Le Forze di Difesa Israeliane (Idf) si ritireranno gradualmente fino alla cosiddettalinea gialla“, continuando ad occupare “solo” il 53% del territorio.

Tra oggi e domani dovrebbe entrare in vigore definitivamente anche il cessate il fuoco nella Striscia. Durante la notte, dopo la ratifica dell’accordo, sembrava che la tregua fosse già entrata in vigore. I successivi attacchi, però, hanno smentito questa possibilità. Dal momento dell’inizio del cessate il fuoco, questo sarà monitorato da una task force congiunta composta da 200 soldati statunitensi e militari da Egitto, Qatar, Turchia e forse Emirati Arabi.

Gaza, un possibile viaggio di Donald Trump in Egitto e Israele

Entro 72 ore, poi, Hamas dovrà consegnare tutti gli ostaggi. Si presume che nelle sue mani siano presenti 20 israeliani senza vita e 20 ancora vivi. La certezza sulle loro condizioni, però, arriverò solamente con la loro consegna, che dovrebbe avvenire tra lunedì e martedì. Intanto, si riflette su un possibile viaggio di Donald Trump in Medio Oriente. Il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi ha invitato il Tycoon nel Paese per celebrare la firma. Il presidente dovrebbe arrivare domenica e non si esclude un viaggio anche in Israele per essere il primo presidente Usa a parlare alla Knesset, ovvero al Parlamento egiziano.

La firma di questo accordo è una delle mossa diplomatiche più importanti del Tycoon, anche più degli accordi di Abramo raggiunti nel corso del suo primo mandato. “Abbiamo messo fine alla guerra, penso che porterà a una pace durevole“, ha spiegato Trump ai suoi ministri con una certa soddisfazione. Si riflette, ora, sulla possibilità che il prossimo anno il Tycoon possa ricevere il premio Nobel per la pace. Una vittoria che diventerebbe certa se nel corso del prossimo anno Trump riesca a mettere fine anche al conflitto tra Ucraina e Russia.

La situazione a Gaza

Intanto, a Gaza continuano ad essere segnalati colpi di artiglieria. Le zone più colpite sono quelle di Khan Younis e Gaza City, dove si registra ancora il passaggio di aerei ed elicotteri israeliani. La protezione civile di Gaza, ricorda Al Jazeera, aveva avvertito la popolazione di tenersi lontana dalle zone di confine di Gaza City fino all’annuncio ufficiale dell’inizio del ritiro delle forze israeliane.

Sempre nella città di Gaza, invece, un soldato riservista dell’Idf è stato ucciso in un attacco di cecchini di Hamas. Ad annunciarlo è stato l’esercito stesso, come riporta Times of Israel. L’attacco sarebbe avvenuto dopo che i i negoziatori israeliani e di Hamas avevano firmato un accordo in Egitto, ma prima dell’entrata in vigore del cessate il fuoco.

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