Alle 12 ora locale, le 11 in Italia, le truppe delle Forze di Difesa Israeliane si saranno ritirate dalle zone sensibili del territorio di Gaza, barricandosi dietro quella linea gialla decisa nell’accordo di pace proposto da Donald Trump ad Hamas e Israele. Nel momento in cui tutti i militari avranno abbandonato il territorio, scatteranno le 72 ore di tempo a disposizione dell’organizzazione terroristica palestinese per il rilascio degli ostaggi israeliani ancora nelle sue mani.
Quelle attuali sono ore di forte tensione. La pace, non ancora iniziata, si regge su un filo sottilissimo che potrebbe spezzarsi in ogni momento. Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha voluto sottolineare che anche dopo il cessate il fuoco, le Idf continueranno a controllare il 53% del territorio palestinese. Questo include l’intero confine di Gaza, il corridoio di Philadelphi, ovvero l’area di confine tra Egitto e Gaza, così come le aree di Beit Hanoun e Beit Lahiya nell’estremo nord della Striscia. Resteranno sotto il controllo dell’Idf anche ampie porzioni di Rafah e Khan Younis.
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Gaza, Meloni invitata alla cerimonia per la firma della pace
Intanto, proseguono i preparativi per la cerimonia della firma del trattato pace. Questa dovrebbe svolgersi lunedì in Egitto, ovvero nello stesso Paese dove si sono svolti i negoziati. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha annunciato oggi che il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è stata invitata come ospite. Si vocifera che anche lo stesso leader Usa, Donald Trump, possa essere presente.
Tajani ha poi voluto ribadire che l’Italia prenderà parte alla ricostruzione della Striscia di Gaza e, possibilmente, anche ad una missione militare per la riunificazione della Palestina. A seguito del cessate il fuoco, poi, dovrà avere inizio un processo che permetta di garantire che nella Striscia di Gaza non si verifichino più le atrocità di questi anni.
“Non sarà facile eliminare Hamas dal territorio“, ha sostenuto a Mattino 5 il titolare della Farnesina, sottolineando però il bisogno che questa entità resti fuori da ogni governance della Palestina per evitare che la pace torni ad essere a rischio.
Gaza, le operazioni di ritiro dell’Idf e i primi passi verso la pace
Le operazioni di ritiro delle truppe hanno avuto inizio nella notte, subito dopo la ratifica dell’accordo da parte del governo israeliano. Inizialmente sembrava che il cessate il fuoco avesse avuto inizio immediato, ma invece le operazioni di ritiro sono state accompagnate dalla copertura di bombardamenti di artiglieria e di attacchi aerei in alcune zone.
La protezione civile della Striscia di Gaza ha quindi avvisato i civili di non avvicinarsi alle aree in cui sono presenti Forze Israeliane. Nello specifico, sono sconsigliate le zone di confine di Gaza City, fino a quando non sarò annunciato ufficialmente il ritiro completo e non sarà confermato dalle autorità.
Inoltre, la tregua sarà monitorata da una task force internazionale composta da forze egiziane, qatariote turche e forse anche degli Emirati Arabi. Oggi, l’esercito turco, il secondo più importante all’interno della Nato, si è detto pronto a caricarsi di questo compito, ribadendo che i suoi militari sono disponibili ad intervenire sul campo per monitorare il cessate il fuoco. “Le forze armate turche sono pronte a svolgere qualsiasi compito che dia un contributo al mantenimento della pace e al monitoraggio della situazione“, hanno infatti dichiarato.
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