“Nessuna ferita è destinata a rimanere aperta“. Le parole del Papa all’udienza generale sigillano gli ultimi svolgimenti nei negoziati per il raggiungimento di un cessate il fuoco a Gaza. Al terzo giorno di trattative, Hamas e Israele si sono scambiate “liste di prigionieri da rilasciare“. Un piccolo passo dal valore immenso considerando si tratti di una situazione tesa, spinosa e incerta come quella dei negoziati e dei rapporti tra le due parti. Lo scambio della lista degli ostaggi da liberare era uno tra i punti più importanti del piano bollato a Washington.
A dare la notizia è stato un leader di Hamas all’agenzia Afp che ha specificato anche come permanga un’atmosfera di grande spirito di ottimismo che “prevale tra tutte le parti” nei colloqui su Gaza. Taher al-Nunu, che fa parte della delegazione del gruppo armato che siede al tavolo di Sharm el-Sheikh, in una dichiarazione pubblicata dal gruppo, ha riferito che i mediatori starebbero “facendo grandi sforzi per rimuovere qualsiasi ostacolo all’attuazione del cessate il fuoco“.
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Da al-Jazeera, che cita al-Nunu, si apprende anche che i negoziati in questi giorni si sono concentrati sui “meccanismi per attuare la fine della guerra, il ritiro delle forze di occupazione dalla Striscia di Gaza e lo scambio di prigionieri” che sarebbero nello specifico 48 ostaggi detenuti da Hamas, vivi e morti, in cambio della liberazione di 250 carcerati palestinesi. Lo scambio delle liste è avvenuto secondo i criteri e i numeri concordati e “i negoziati indiretti continuano oggi con la partecipazione di tutte le parti e dei mediatori“.
In questo scenario, il presidente a stelle e strisce, Donald Trump, avrebbe inciso esponendosi nei confronti di un intervento da parte della Turchia. A farlo sapere sarebbe proprio il presidente turco Recep Tayyip Erdogan in una dichiarazione diffusa dal suo ufficio. Nella nota il leader turco spiega come l’inquilino della Casa Bianca gli abbia chiesto di “convincere” il gruppo terrorista islamista di accettare il suo piano per porre fine alla guerra di Gaza.
“Sia durante la nostra visita negli Stati Uniti che nella nostra ultima telefonata abbiamo spiegato al presidente Trump come si potesse raggiungere una soluzione in Palestina“, spiega Erdogan specificando ai giornalisti turchi a bordo di un aereo di ritorno dall’Azerbaigian, che il presidente Usa gli avrebbe chiesto “specificamente di incontrare Hamas e di convincerli“.
Al momento, il presidente turco è in contatto con il gruppo islamista e Ankara starebbe spiegando ad Hamas “qual è la strada più appropriata per il futuro della Palestina“. Parlando i cronisti, Erdogan ha affermato che i funzionari turchi sono coinvolti nei negoziati in Egitto nell’ambito di più ampi sforzi regionali per affrontare il conflitto in corso a Gaza.
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