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Gaza, il piccolo Adam atterrerà a Milano stasera: sarà ricoverato al Niguarda

Il piccolo, sopravvissuto a un raid che ha sterminato la sua famiglia, arriverà in Italia accompagnato dalla mamma. Presenta ustioni sul 60% del corpo e diverse fratture, per cui sarà curato all'ospedale di Milano, dove giungerà insieme alla sua mamma

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Il piccolo Adam, il bimbo palestinese sopravvissuto al raid israeliano a Khan Younis che ha ucciso i suoi 9 fratelli e suo padre, arriverà questa sera a Milano. Lo ha confermato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, specificando che il minore arriverà in Italia insieme alla madre e sarà ricoverato all’ospedale Niguarda. Il piccolo 11enne è l’unico sopravvissuto al terribile attacco che ha sterminato la sua famiglia, riportando tuttavia gravissime ustioni sul 60% del corpo e diverse fratture.

Il convoglio con a bordo il piccolo è uscito da Gaza ed è diretto all’aeroporto di Israele, da dove partiranno i tre aerei che trasferiranno in Italia circa 80 palestinesi, tra cui 17 bambini e le loro famiglie. “Altri bambini saranno accolti in diversi ospedali del nostro Paese, a Bergamo, a Roma e in altre città italiane“, come spiegato dal vicepremier forzista.

Tajani: “Insieme al piccolo Adam accoglieremo anche la madre”

Lo scorso 2 giugno è giunta la notizia della morte del padre di Adam, Il papà del bambino, Hamdi Al-Najjar, è morto alcune ore fa per le ferite riportate durante lo stesso bombardamento. A riportare la notizia è l’agenzia di stampa turca Anadolu, che cita fonti sanitarie dell’ospedale Nasser della città.

Una famiglia sterminata e devastata dalle bombe, la cui speranza vacilla per le fragili condizioni di Adam. Arriverà in Italia a giorni e con lui, adesso, viaggerà anche la madre, come annunciato dal Ministro degli Esteri, Antonio Tajani. “Insieme al piccolo Adam accoglieremo anche sua madre. Dopo la morte del marito, la dott.ssa Alaa ha deciso di venire anche lei in Italia. Sarà accompagnata dalla sorella con i suoi 4 figli”, ha comunicato il vicepremier forzista. Anche Adam è ferito, ha bisogno di essere operato e con tutta probabilità – aveva dichiarato nelle scorse ore stesso Ministro degli Esteri specificando che sarà sottoposto ad un intervento in una
struttura italiana “l’11 giugno“, pur sottolineando che si tratta di una data al momento approssimativa.

Tajani inoltre aveva impegnato la Farnesina a lavorare per rimuovere eventuali ostacoli burocratici per l’accoglienza, mentre era stata immediata la disponibilità offerta da diverse strutture ospedaliere in Italia, dal Veneto all’associazione ospedali pediatrici italiani. Così come il ministero della Salute, che “si è immediatamente attivato per dare attuazione all’impegno del Governo“, fornendo collaborazione per l’individuazione della struttura sanitaria dove prendere in cura Adam, a partire dalla disponibilità manifestata dell’Ospedale Bambino Gesù a Roma.

Governo Gaza: “Centri aiuti sono trappole mortali di massa”

I raid di Israele su Gaza non si fermano, neanche sui siti umanitari, neanche su quelli probabilmente finanziati da Israele stessa. Nella notte ci sono stati due attacchi molto vicini ai siti della Gaza humanitarian foundation, attualmente l’unica organizzazione autorizzata a distribuire gli aiuti umanitari nella Striscia. Nel primo, avvenuto nei pressi di Rafah, il bilancio delle vittime è al momento di 30 persone e almeno 120 feriti. Il secondo attacco invece, nel quale è stata uccisa una persona, ha colpito un altro sito di Ghf nella zona centrale della Striscia, all’altezza del corridoio di Netzarim.

Il governo gazawi è tornato a sottolineare come la gestione del centri per gli aiuti umanitari sia una vera e propria strategia di guerra con cui Israele complica una situazione già terribile per la popolazione ridotta alla fame. “Le uccisioni riflettono la natura di queste aree come trappole mortali di massa, non come punti di soccorso umanitario. Ciò che sta accadendo è un uso sistematico e doloso degli aiuti come strumento di guerra, impiegato per ricattare i civili affamati e radunarli con la forza in punti di morte esposti e gestiti dall’esercito di occupazione, finanziati e politicamente coperti dall’amministrazione Usa, che porta la responsabilità morale e legale di questi crimini“.

Il riferimento è alla decisione del governo israeliano di istituire un’unica organizzazione deputata alla gestione degli aiuti, la Gaza humanitarian foundation (Ghf), fondata da privati e sostenuta anche dagli Stati Uniti. Lo Stato ebraico in questo modo ha estromesso le Ong e le organizzazioni Onu dalla Striscia, acquisendo pienamente il monopolio degli aiuti umanitari, secondo le necessità militari di Israele.

Ciò risulta evidente dal fatto che i centri di distribuzione degli approvvigionamenti, in totale 4 per tutta la Striscia, sono stati collocati nel sud, dove l’Idf punta a concentrare tutti i palestinesi, spopolando il nord per procedere con l’occupazione del territorio. Il risultato di questa gestione militarizzata degli aiuti è stata sotto gli occhi di tutti, nelle scene tremende della popolazione affamata che assalta il centro di distribuzione di Khan Younis.

Crosetto: “Raid ingiustificati, Netanyahu deve fermarsi”

La condanna a Israele arriva ormai da diversi giorni anche dalle istituzioni europee e italiane che, pur non mettendo in questione l’alleanza e l’amicizia con lo Stato ebraico, hanno iniziato a lanciare appelli per il cessate il fuoco. “Come tutti i governi italiani, siamo amici di Israele. Io sono stato il primo a prendere le distanze dalle azioni di Netanyahu. Considero terminate da mesi le ragioni delle operazioni a Gaza, dal punto di vista degli obiettivi militari. Da quel momento, ogni azione militare non ha logica, né giustificazione, perché mette in pericolo i civili“. A dirlo, in un’intervista a Repubblica, il ministro della Difesa Guido Crosetto.

Netanyahu continua negli attacchi, per me è una scelta totalmente sbagliata e controproducente – ha aggiunto il ministro -. Benzina per chi vuole distruggere Israele perché alimenta una spirale d’odio”. Per il ministro, “Hamas va combattuta e distrutta. Estirpata da quella terra. Ma non ha più senso farlo con i metodi militari, adesso: ne servono altri. La comunità internazionale non può più accettare che ci siano vittime civili, donne e bambini: non sono danni collaterali tollerabili, questo Israele lo deve capire“. 

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