Ancora terrore a Gaza, di nuovo un ospedale in macerie. Questa mattina un drone dell’esercito israeliano ha colpito la struttura ospedaliera di Al Ahli a Gaza City, nel nord della Striscia. Il bilancio delle vittime è al momento di 4 persone, dei quali 3 sono giornalisti. Quelli di Ismail Badah e Sulaiman Haja, che lavoravano per la testata Palestine Today, sono i nomi dei reporter resi noti.
“Ancora una volta un ospedale si è trasformato in una trappola mortale – questa volta per dei giornalisti”, ha raccontato Hani Mahmoud, inviato di Al Jazeera. “C’è stato un attacco imprevisto, e un gruppo di reporter dentro l’Al Ahli hospital sono stati colpiti mentre stavano montando delle tende improvvisate per proteggersi dal caldo. Questa è l’ottava volta che l’ospedale viene colpito“, ricorda.
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Secondo la testimonianza dell’inviato, un altro giornalista è rimasto gravemente ferito a seguito dell’attacco, e attualmente sta ricevendo assistenza medica nella struttura, che attualmente versa in una terribile mancanza di risorse. “Questi missili a drone sono letali perché sono pieni di chiodi e pezzi di metallo. Quando esplodono, trapassano il corpo e causano gravi emorragie“, spiega ancora Hani Mahmoud
Gaza humanitarian foundation annuncia che i suoi siti oggi rimarranno chiusi
Da ormai diverso tempo gli unici aiuti umanitari autorizzati a entrare nella Striscia sono quelli della Gaza humanitarian foundation, società di privati finanziata da Israele e Stati Uniti che ha monopolizzato la distribuzione di risorse estromettendo le Ong internazionali. Le conseguenze di questa politica di militarizzazione e di appalto esclusivo degli aiuti umanitari da parte di Tel Aviv sono devastanti: essendo pochissimi i punti di distribuzione e tutti concentrati a sud, la popolazione, ridotta allo stremo, è stata costretta a concentrarsi in quelle zone lasciando spopolato il nord della Striscia, dove l’Idf procede con l’occupazione.
La gestione inadeguata e insufficiente degli approvvigionamenti da parte della Ghf sta contribuendo ad affamare i palestinesi complicando una situazione già drammatica per i continui attacchi israeliani sui civili. Come riportato da Domani, “solo nell’ultima settimana nei pressi dei centri di distribuzione costruiti da Israele e gestiti dalla Gaza humanitarian foundation (Ghf) sono stati uccisi oltre 102 palestinesi e feriti altri 490“. L’Onu ha fortemente condannato queste operazioni, parlando di “crimini di guerra“. Oggi la Ghf ha comunicato che i suoi siti rimarranno chiusi “a causa di lavori di manutenzione e riparazione“
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