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Gaza, uccise 42 persone nella festa del Sacrificio

Eccidio di 42 persone nel primo giorno della festa musulmana del Sacrificio. Anche oggi la Gaza humanitarian foundation ha comunicato che non distribuirà aiuti umanitari, raccomandando anche ai cittadini di tenersi lontani dai loro hub "per la loro incolumità"

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La sera del 6 giugno a Gaza, come in tutto il mondo islamico, si celebrava la prima sera dellaʿīd al-aḍḥā, la festa del Sacrificio, i cosiddetti “giorni della letizia” in cui si ricorda il sacrificio di Abramo. Ma ancora una volta, anche questo giorno di festa si è trasformato in un bagno di sangue per la popolazione della Striscia. L’esercito israeliano, come riportato da Al Jazeera, ha ucciso 42 persone in tutto il territorio durante la prima giornata di festeggiamenti.

Altre 22 persone sono state uccise oggi nei bombardamenti e negli scontri a fuoco verificatisi in diverse zone della Striscia. A Khan Younis raid israeliani si sono abbattuti nelle prime ore del giorno sugli accampamenti per sfollati e hanno ucciso 12 persone lasciandone ferite 40. Altre sette vittime in un bombardamento che ha colpito un edificio che ospitava sfollati a ovest.

La Ghf continuerà anche oggi a non consegnare aiuti umanitari a Gaza

La Gaza humanitarian foundation ha annunciato che anche oggi i suoi centri di distribuzione rimarranno chiusi, e la popolazione non riceverà approvvigionamenti. Già ieri l’associazione, l’unica autorizzata da Israele a gestire gli aiuti umanitari nella Striscia, aveva comunicato che sarebbe rimasta chiusa per “lavori di ristrutturazione e riorganizzazione“. La Ghf ha cessato la distribuzione degli aiuti dopo che centinaia di persone arrivate presso gli hub per ricevere cibo e assistenza sono state uccise dall’esercito di Israele.

Nel comunicato diffuso oggi dall’organizzazione finanziata da Israele e Stati Uniti è stato raccomandato alla popolazione di non avvicinarsi ai centri di distribuzione “per la loro incolumità“. Di poche ore successive è la notizia diffusa da Al Jazeera di 5 persone uccise dal fuoco dei soldati israeliani mentre aspettavano vicino a un centro di distribuzione di aiuti ad al Akhawah, nei pressi di Rafah, nel sud di Gaza.

Arriva anche la notizia della volontà da parte degli Stati Uniti di finanziare con 500 milioni di dollari l’organizzazione. I contributi in questione verrebbero dal bilancio dell’Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale (Usaid). Diversi membri dell’amministrazione statunitense tuttavia hanno mostrato resistenza nei confronti di questa misura, preoccupati per la violenza dell’esercito israeliano contro i richiedenti aiuto, ma anche per le difficoltà riscontrate dall’organizzazione nella gestione della logistica degli aiuti umanitari.

Hamas riconsegna il corpo di un ostaggio thailandese

Il corpo di un ostaggio thailandese, Natthapong Pinta, è stato riconsegnato poco fa allo Stato ebraico da parte di Hamas. La notizia è stata diffusa dallo stesso ufficio del primo ministro. Pinta era stato rapito il 7 ottobre 2023 e sarebbe morto durante la prigionia. Secondo la dichiarazione ufficiale, l’uomo  fu ucciso poco dopo l’inizio della guerra dallo stesso gruppo che teneva in ostaggio i corpi degli israelo-statunitensi Judy Weinstein-Haggai e Gadi Haggai, i cui resti sono stati recuperati a Gaza all’inizio di questa settimana. 

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