Aveva 18 anni e lavorava in un ristorante. «Era un ragazzo difficile», dicono i conoscenti. Da piccolo era stato vittima dei bulli
Salvador Ramos, l’autore della strage Robb Elementary School di Uvalde, in Texas, aveva solo 18 anni. Il bilancio delle vittime uccise dal ragazzo sale a 19 bambini e due insegnanti. È la seconda strage più sanguinosa nella storia degli Stati Uniti, dopo quella di Sandy Hook del 2012.
Mentre le indagini proseguono, si delinea il ritratto del killer: ex studente di quella scuola, ragazzo complicato e taciturno. Lavorava da Wendy’s, una catena di ristoranti americana con un punto vendita vicino al luogo della strage.
«Era un tipo silenzioso, non diceva molto e non socializzava con gli altri dipendenti», commenta il manager del locale, Adrian Mendes. Ramos era un ragazzo difficile: nel suo passato da studente non andava spesso a lezione e infastidiva alcuni studenti: «Era nei radar della scuola. Si sapeva che aveva problemi ma nessuno lo ha mai segnalato alle autorità», riporta l’emittente americana Abc citando alcune fonti.
In passato era stato vittima di bullismo: secondo alcuni ex compagni di classe, Ramos veniva spesso deriso per via degli abiti che indossava e per la difficile situazione finanziaria della sua famiglia.
Una strage quasi preannunciata
I profili social di Salvador Ramos sono pieni di sue foto con pistole e armi da fuoco, che condivideva inviandole ai suoi contatti. «Mi ha mandato una foto di un Ar che stava usando con delle munizioni», ha detto un suo ex compagno di classe riferendosi a un messaggio ricevuto dal killer di Uvalde pochi giorni prima della strage.
Secondo quanto riportato dal senatore del Texas, Roland Gutierrez, il killer avrebbe acquistato il fucile poco dopo aver compiuto 18 anni. Altri indizi emergono da una criptica conversazione che Ramos ha avuto su Instagram con una ragazza conosciuta online, non residente in Texas. Il killer aveva contattato la ragazza il 12 maggio chiedendole di condividere le foto delle sue pistole.
Poi alle 5 del mattino di martedì 24 maggio un messaggio criptico: «Sto per…», a cui la ragazza aveva risposto con curiosità. «Te lo dirò prima delle 11», ha replicato Ramos. Il suo ultimo messaggio nella chat è stato inviato alle 9.16: «Ho un piccolo segreto che voglio dirti», poi l’attacco alla Robb Elementary School.
Prima colpisce nonna, poi la strage
La polizia sta ancora indagando per cercare di ricostruire i moventi della strage. Al momento dell’attacco, il giovane indossava un giubbotto antiproiettile. Prima di dirigersi verso la Robb Elementary School aveva sparato alla nonna, colpendola alla testa. La donna è riuscita a uscire di casa per chiedere aiuto.
Alcune fonti della polizia riferiscono che il killer ha avuto un incidente d’auto vicino all’istituto scolastico: dopo l’impatto è sceso dall’auto con il fucile e ha tentato di entrare nell’edificio, riuscendo a farsi strada fra alcuni agenti.
«Sparava a chiunque e a qualsiasi cosa si trovava davanti. Appena entrato nell’edificio ha iniziato a colpire bambini, insegnanti e chiunque fosse sulla sua strada», hanno riportato i media americani citando alcuni testimoni. Ramos è stato ucciso dalla polizia dopo essersi barricato dentro la scuola.