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Francia, Lecornu tuona contro il Parlamento: “Troppe divisioni, bisogna preferire il Paese al partito”

L'augurio di Lecornu è che chi verrà dopo di lui sia in grado di riuscire dove lui ha fallito. In fondo "ci vorrebbe pochissimo per arrivarci", ha prospettato, auspicando "più altruismo da parte di molti" e la "cancellazione di certi ego"

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Non sussistevano più le condizioni per esercitare le funzioni di primo ministro“, così Sebastien Lecornu, fedelissimo di Emmanuel Macron, ha annunciato le sue dimissioni da premier della Francia. A poco più di 12 ore di distanza dall’annuncio dei membri del suo governo e a 27 giorni dalla sua nomina, il premier ha deciso di abbandonare il suo ruolo.

Alla base della sua decisione vi sarebbe stata una corta di incompatibilità con l’attuale parlamento. Lecornu, nella conferenza stampa che ha fatto seguito alle sue dimissioni, ha sostenuto di aver tentato di costruire un percorso, coinvolgendo anche le parti sociali, le associazioni dei datori di lavoro e i rappresentanti dei sindacati dei dipendenti “su questioni che sono in stallo da molte settimane“.

Tra queste ha citato l’assicurazione contro la disoccupazione, le pensioni e la previdenza sociale, al fine di “ripristinare la gestione congiunta e costruire una tabella di marcia” insieme ai partiti di maggioranza. Un piano che però sarebbe fallito a causa della volontà egoistica delle singole forze politiche. A denunciarlo sarebbe stato lo stesso Lecornu, il quale ha parlato di interessi e rivendicazioni in ballo, anche in vista del 2027“.

Francia, Lecornu: “In molti avrebbero finto di non vedere il cambiamento”

Il primo ministro dimissionario ha quindi voluto ricordare che “bisogna sempre preferire il Paese al proprio partito, gli interessi del popolo francese ai propri militanti“. Un attacco durissimo che conclude il più breve mandato della storia francese e che apre ad un nuovo periodo di instabilità. Lecornu ha ricordato che alla base della costruzione di un governo vi è il compromesso tra partiti. Una necessità che in questo momento non è stata compresa e soprattutto rispettata.

L’ex premier ha chiarito che sono stati tre i motivi principali per cui ha deciso di abbandonare il suo ruolo. Innanzitutto, i partiti politici avrebberofinto di non vedere il cambiamento, la profonda rottura rappresentata dal mancato utilizzo dell’articolo 49.3“, ovvero quello che permette di adottare le manovre finanziarie senza passare per il parlamento e a cui Lecornu non ha voluto appellarsi.

Francia, Lecornu: “La composizione del Parlamento non è fluida”

In secondo luogo, vi sarebbe stata la volontà dei partiti politici di “adottare una posizione come se avessero tutti la maggioranza assoluta nell’Assemblea nazionale“. Nessuno, insomma, era pronto ad adottare un compromesso. Infine, a pesare sulla sua scelta vi sarebbe stata la composizione stessa del governo, che non sarebbe “fluida” e avrebbe creato alcuni appetiti all’interno dei partiti.

L’augurio di Lecornu è che chi verrà dopo di lui sia in grado di riuscire dove lui ha fallito. In fondo “ci vorrebbe pochissimo per arrivarci“, ha prospettato, auspicando “più altruismo da parte di molti” e la “cancellazione di certi ego“. Una condanna durissimo che però sembra lasciar trapelare la necessità di nuove elezioni. La formazione di un nuovo parlamento in Francia potrebbe eliminare i problemi legati alla mancanza di una maggioranza di governo.

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