L’incubo della Francia sembra essersi avverato. Il nuovo governo, figlio delle elezioni straordinarie dello scorso luglio, è orientato prevalentemente verso destra. Ad aggravare la situazione, poi, vi sarebbe la convinzione del popolo francese che questa nuova formazione politica non rispetti affatto la volontà del popolo. Il vincitore delle elezioni sarebbe infatti il Nuovo fronte popolare, partito di sinistra che come gli altri candidati non ha raggiunto la maggioranza richiesta ma che ha comunque ottenuto il maggior numero di voti.
Il presidente Emmanuel Macron ha però rifiutato il candidato della gauche come primo ministro, preferendo scegliere una figura più moderata, che potesse anche placare la sete di potere del Rassemblement National. Un piano che sembrerebbe fallito, visto che il neo primo ministro Michel Barnier è inviso alla popolazione e inoltre non ha convinto né Marine Le Pen né i suoi stessi macroniani. Ora la nuova squadra del governo è pronta, dopo due settimane di attesa e una profonda incertezza sui nomi. Barnier aveva promesso ai cittadini un governo che fosse eterogeneo, ovvero che comprendesse nomi provenienti anche dal centro e dalla sinistra, così da cercare di rispettare quanto espresso dal popolo nel corso delle elezioni.
La nuova squadra è invece composta da 39 ministri, 17 titolari “con portafoglio“, di cui 7 verrebbero dal partito di Macron, 3 dai Repubblicani, 2 da partiti indipendenti di destra, due centristi di Modem, un indipendente di sinistra e uno proveniente da Horizons, il piccolo partito fondato dall’ex premier Edouard Philippe. Un particolare interessante è che nessuno dei ministri presenti nel governo è candidabile alle prossime presidenziali. Macron quindi non ha nel suo esecutivo un nome che potrebbe essere un suo successore.
Francia, l’incertezza di Le Pen e Bardella
“Una squadra, adesso al lavoro” con questo Tweet il gollista Michel Barnier ha annunciato l’inizio ufficiale del suo governo, che dovrà affrontare sfide piuttosto complesse, cercando di non inimicarsi più del dovuto il popolo francese. Barnier, pochi giorni dopo aver assunto la carica di primo ministro, ha reso partecipe il resto dei vertici della politica francese della catastrofica situazione in cui verserebbero le casse dello Stato. I sette anni di tagli al fisco avrebbero prodotto una situazione preoccupante, a cui Barnier vorrebbe tentare di porre un freno.
Questo però vorrebbe dire alzare nuovamente le tasse, creando quindi un trauma alla popolazione e aprendo le porte agli attacchi delle opposizioni. I macroniani, così come il Rassemblement National di Marine Le Pen e Jordan Bardella, hanno immediatamente manifestato la loro contrarietà alla decisione, sostenendo quindi di non essere d’accordo con le idee del nuovo primo ministro. “Questo governo non ha futuro” avrebbe tuonato il segretario di Rn Bardella, sostenuto da Le Pen che ha sottolineato come quello di Barnier possa essere solo “un governo di transizione“.
Le Pen ha infatti dichiarato di non voler abbandonare il suo intento di costruire un nuovo governo che realmente rispecchi i desideri dei cittadini. “Continueremo a prepararci per la grande alternanza che invochiamo per consentire alla Francia di rialzarsi” ha infatti dichiarato la leader del Rassemblement National, mostrando come il percorso del nuovo governo e del primo ministro possa effettivamente essere più ostico e complesso del previsto.
Francia, la nuova squadra di Michel Barnier
La nuova squadra formata da Michel Barnier ha creato più di qualche scontento in Francia. La svolta verso destra dell’esecutivo, infatti, convincerebbe ben poco i cittadini, già scesi in piazza per manifestare la loro contrarietà all’elezione dello stesso primo ministro. Tra i nomi più discussi vi è quello di Bruno Retailleau, nuovo ministero dell’Interno, proveniente dal gruppo dei Repubblicani. Questo sarebbe soprannominato “il falco” a causa della sua lotta piuttosto spietata all’immigrazione.
Un’altra figura abbastanza contestata è stata quella di Laurence Garien, che avrebbe dovuto avere la carica di ministro della Famiglia ma che poi ha ottenuto quella di segretario di Stato al consumo. Il motivo? La sua contrarietà ai matrimoni tra persone dello stesso sesso, che avrebbe scatenato il caos in Parlamento e convinto il ministro ad evitare ulteriori crisi. Una delle nomine su cui sono puntati più riflettori è quella dell’Economia, una carica che dovrà quindi gestire la “catastrofica” situazione trovata da Barnier.
Il nome scelto è quello di Antoine Armand, giovane macroniano che dovrà dimostrare tutta la sua abilità per convincere il popolo francese. Il ministro degli Esteri è il centrista MoDem Jean-Noël Barrot, alla Giustizia è stata assegnata a Didier Migaud, uomo della gauche, alla Difesa Sebastien Lecornu e alla Cultura Rachida Dati.
© Riproduzione riservata