Il giorno più atteso è arrivato. Il primo testa a testa, per modo di dire, tra Emmanuel Macron e Marine Le Pen si è svolto nella giornata di ieri all’interno delle urne di tutte le circoscrizioni francesi. Il colpo di forza del Presidente della Francia ha dato l’opportunità al lepeniano Rassemblement National di dimostrare di essere sostenuto dal popolo. Il partito di Marine Le Pen e del suo delfino Jordan Bardella ha ottenuto il 34% dei voti, contro il 21% del partito di Macron e il 28% del Nuovo Fronte Repubblicano.
Ora per avere la certezza che Le Pen finalmente salirà per la prima volta all’Eliseo dovremo attendere il 7 luglio, il giorno della seconda tornata elettorale. Le elezioni amministrative in Francia, infatti, si svolgono in due turni, necessari per confermare le volontà della popolazione. Al secondo voto accederanno i partiti che hanno ottenuto almeno il 12,5% dei voti.
Leggi Anche
In ogni caso, il presidente francese ha annunciato la sua intenzione di non dimettersi, per cui anche nel caso in cui i lepeniani riescano a raggiungere l’Eliseo, questi dovranno convivere con un presidente che non ha la loro stessa visione politica. Qui, allora, si gioca il futuro della Francia. Sarà da capire se i francesi vorranno mettere in pericolo il loro quieto vivere, in nome di un cambio politico che potrebbe attendere le amministrative del 2026. Già in passato, infatti, la convivenza di forze politiche contrarie all’Eliseo non ha portato risultati positivi e i francesi potrebbero tener conto di ciò.
La gioia di Le Pen e Bardella
“Abbiamo cominciato a cancellare il blocco macroniano“, così Marine Le Pen ha commentato il risultato vincente del suo Rassemblement National, nato dalle ceneri e dalle basi del Front Nationale di suo padre Jean Marie. “Questa di stasera è la prima tappa di una marcia verso l’alternanza politica per condurre le riforme di cui ha bisogno il Paese” ha tuonato l’avversaria di Macron, sottolineando come i francesi abbiano mostrato le loro intenzioni “di voltare pagine dopo 7 anni di potere sprezzante e corrosivo“.
Jordan Bardella ha commentato la sua prima vittoria con un gruppo di giornalisti, sostnendo che “l’esito del voto in Francia rappresenta un verdetto senza appello, un’aspirazione chiara dei francesi al cambiamento“, per poi aggiungere “c’è una speranza senza precedenti in tutto il Paese“.
L’appello di Emmanuel Macron
A seguito della pubblicazioni del risultato dello spoglio dei voti, il presidente in carica Emmanuel Macron ha auspicato un “grande blocco” nel secondo turno delle amministrative, che possa quindi far fronte ai consensi ricevuti dal Rassemblement National. “E’ giunto il momento di un grande blocco chiaramente democratico e repubblicano per il secondo turno” ha infatti dichiarato il presidente francese, per poi sottolineare come “l’elevata partecipazione al primo turno testimonia l’importanza di questo voto per tutti i nostri compatrioti e il desiderio di chiarire la situazione politica che ci obbliga a scegliere“.
Il volto della sinistra, Jean-Luc Melenchon, sembrerebbe aver colto il messaggio di Macron ed ha tuonato: “Neppure un voto andrà al RN, ovunque saremo terzi ritireremo il nostro candidato“. Melenchon.
Francia, affluenza record alle urne
Le previsioni non avevano sbagliato. I francesi si stanno recando in massa alle urne per esprimere il loro voto sulla prossima amministrazione del Paese. Quelle che sono state presentate come elezioni storiche hanno effettivamente invogliato la popolazione ad andare a votare, nella speranza di ottenere forse un qualche tipo di cambiamento.
L’affluenza di oggi ha raggiunto il 65%, una cifra storica per il Paese. Alle 12 di oggi un cittadino su quattro aveva già espresso il suo diritto e il suo dovere democratico. Queste percentuali sono ben maggiori rispetto a quelle registrate nel primo turno del 2022, quando alla stessa ora avevano votato solo il 18,4% dei cittadini.
Francia, i sondaggi a due giorni dalle elezioni
La campagna elettorale dei partiti in campo per queste elezioni lampo non si è concentrata particolarmente sui contenuti, ma prevalentemente su macroaree, come la migrazione e l’età pensionistica, che potessero fomentare i francesi nell’ottica di un ritorno alle urne. Si è ipotizzato correttamente che oggi la Francia potesse registrare un record di affluenza alle urne, con più del 60% della popolazione presente alle urne. I disordini nelle piazze delle ultime settimane, infatti, hanno portato alla luce lo scontento del Paese e fatto presupporre una volontà di cambiare le cose.
Ciò che è certo è che da queste elezioni uscirà una Francia diversa, chiunque sia a salire al potere. Il grande favorito del momento è stato sin dall’inizio il Rassemblement National di Le Pen e Bardella, che si ipotizzava potesse ottenere il 36% di consensi, seguito dal 28% del Fronte Popolare e dal 20-21% del macroniano Ensemble.
Una nuova Francia per una nuova Ue
Le elezioni francesi potrebbero creare uno sconvolgimento non di poco conto anche a Bruxelles. Il pacchetto di nomine per i ruoli apicali è stato ormai approvato, ma il 18 luglio vi sarà il voto definitivo che potrebbe confermare Ursula Von der Leyen o spodestarla. Macron è uno dei tre piastri che sostiene la tedesca, insieme ai popolari e ai socialisti, e la sua venuta a mancare potrebbe fatalmente inclinare la posizione dell’attuale Commissione Ue.
Macron aveva proposto lo scorso giovedì la possibilità di mantenere a Bruxelles Thierry Breton, magari con un portafoglio più ampio, ma Le Pen ha subito ricordato la situazione in cui versa la Francia: non spetta a Macron questa decisione. Ora, se i sondaggi avessero ragione e Bardella diventasse il primo ministro francese in coabitazione col presidente Macron, queste scene potrebbero diventare usuali e forse condannare la Francia ad un oscuro declino.
© Riproduzione riservata