Gli scontri sono scoppiati dopo il voto amministrativo in quattro comuni
Undici militari italiani della Kfor, la Forza di intervento Nato in Kosovo, sono rimasti feriti durante i violenti scontri con gruppi di dimostranti serbi nella cittadina di Zvecan, nel nord del Paese. In tutto sono stati 41 i militari feriti. Degli undici italiani, tre sono gravi ma fortunatamente non sembrano in pericolo di vita: avrebbero riportato ustioni e fratture causate dal lancio di numerose bombe molotov. Gli scontri sono scoppiati dopo il voto amministrativo in quattro comuni: a Zvecan centinaia di dimostranti serbi sono scesi in piazza contro l’insediamento del nuovo sindaco di etnia albanese e le autorità locali hanno chiesto l’intervento della polizia. Ma per ripristinare l’ordine alcune pattuglie rimaste isolate hanno chiesto l’aiuto del personale Kfor.
Il ministro degli Esteri Tajani in un tweet ha espresso la solidarietà del governo ai militari rimasti feriti: “I militari italiani continuano ad impegnarsi per la pace”, ha sottolineato. Solidarietà anche dal ministro della Difesa Crosetto. L’ultima scintilla che ha fatto risalire la tensione in Kosovo è stata la questione delle targhe: il Kosovo vuole che i residenti serbi cambino le targhe delle proprie automobili, finora accettate, con altre con la scritta Repubblica del Kosovo. Per il Kosovo è un atto di sovranità territoriale, per i cittadini serbi un tentativo di cancellare la loro identità.
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