Escalation Medio Oriente, Netanyahu: “Se Hezbollah non ha capito il messaggio, ora capirà”

Il premier israeliano ha commentato la situazione creatasi nel nord d'Israele dopo i missili libanesi di questa notte dicendo che: "Faremo tutto il necessario per ripristinare la sicurezza"

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La guerra in Medio Oriente non accenna a placarsi, anzi, gli ultimi giorni raccontano di un’escalation che sta prendendo piede tra Israele e il Libano. In particolare nelle ultime ore gli Hezbollah hanno colpito il nord d’Israele con 150 missili, non provocando però gravi danni.

La coordinatrice speciale delle Nazioni Unite per il Libano, Jeanine Hennis-Plasschaert, si è riferita alla situazione in Medio Oriente come a una “catastrofe imminente” e ha dichiarato che “non esiste una soluzione militare per rendere entrambe le parti più sicure”.

Medio Oriente, Hezbollah: 150 razzi contro Israele

Hezbollah nella notte ha fatto sapere via Telegram di aver lanciato missili verso la base aerea israeliana di Ramat David: “La resistenza islamica ha colpito la base aere di Ramat David con decine di missili Fadi-1 e Fadi-2 come risposta ai ripetuti attacchi che hanno colpito varie regioni del Libano e che hanno causato la morte di molti civili”. Ha inoltre riferito che i bersagli dei lanci sono stati complessi industriali militari di Israele.

L’Idf, l’esercito di difesa israeliano, nella mattinata ha confermato di aver intercettato questa notte 150 razzi, missili da crociera e droni, la maggior parte provenienti dal Libano, che sono stati lanciati soprattutto nel nord d’Israele. Ha però assicurato che si è verificato “un piccolo numero di impatti”, ma nessun “danno significativo”: ci sono stati 4 feriti non gravi e sono rimasti danneggiati edifici e automobili. 

L’esercito ha inoltre ordinato la chiusura delle scuole nelle zone di confine con il Libano: nelle alture del Golan, in Galilea, nella zona della baia di Haifa e nelle valli settentrionali fino a Beit Shean. I luoghi di lavoro, invece, possono funzionare solo se nelle vicinanze c’è un rifugio adeguato e raggiungibile in tempo. Riguardo agli ospedali, devono operare esclusivamente nei loro rifugi protetti.

Come risposta ai razzi libanesi, Israele ha compiuto un raid nel Libano meridionale dove sono rimaste ferite 6 persone. Si calcola che dopo il lancio dei razzi di questa notte, più di mezzo milione di persone nel nord d’Israele si sono rifugiate nei bunker in aree che finora non erano state toccate dagli allarmi. 

Le parole del premier Netanyahu

Il premier di Gerusalemme Benjamin Netanyahu ha commentato gli ultimi eventi sottolineando che gli attacchi dell’Idf di questi giorni faranno sicuramente recepire il messaggio a Hezbollah che non riusciranno a farla franca con lo stato israeliano.

Le parole del premier: “Negli ultimi giorni abbiamo sferrato a Hezbollah una serie di colpi che non avrebbe mai potuto immaginare. Se Hezbollah non avesse recepito il messaggio, vi assicuro che lo riceverà. Nessun Paese può tollerare attacchi contro i propri cittadini, attacchi contro le proprie città. E nemmeno noi, lo Stato di Israele, lo tollereremo”. Concludendo che “siamo determinati a riportare i nostri residenti nel nord sani e salvi alle loro case. Faremo tutto il necessario per ripristinare la sicurezza”.

Netanyahu, Medio Oriente
Benjamin Netanyahu

Usa e Giordania: Libano sconsigliato ai cittadini

Intanto gli Usa, vista l’escalation, hanno esortato i cittadini statunitensi in Libano a lasciare il paese: “A causa della natura imprevedibile del conflitto in corso tra Hezbollah e Israele e delle recenti esplosioni in tutto il Libano, compresa Beirut, l’Ambasciata degli Stati Uniti esorta i cittadini statunitensi a lasciare il Libano finché le opzioni commerciali sono ancora disponibili”.

Attualmente sono disponibili voli commerciali ma a capacità ridotta, ma nel caso la situazione dovesse peggiorare, le opzioni commerciali per partire potrebbero non diventare non disponibili. Già a fine luglio, dopo l’uccisione a Beirut di un comandante Hezbollah, i viaggi verso il Libano per i cittadini statunitensi erano classificati “do not travel”. Stessa decisione è stata presa dalla Giordania, che sconsiglia ai suoi cittadini di andare in Libano e consiglia a quelli che si trovano lì di tornare.

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