Nelle elezioni Usa di martedì prossimo andranno a votare anche i nostri connazionali con cittadinanza statunitense. Ma chi voteranno? Ne ha parlato Robert Allegrini, il presidente della National Italian American Foundation, che lo scorso 26 ottobre all’Omni Shoreham Hotel di Washington ha festeggiato il 49esimo anniversario della fondazione.
L’evento ha dato risalto a entrambe le fazioni politiche. È stato mostrato un videomessaggio di Donald Trump che ha dichiarato di amare “gli italiani”, che “sono un popolo speciale” e ha specificato di avere molti amici tra i nostri connazionali. Mentre riguardo a Biden, è stato proiettato il suo intervento insieme alla moglie, che è italoamericana, durante il ricevimento alla Casa Bianca del 16 ottobre, organizzato per celebrare l’Italian Heritage Month.
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Usa, le dichiarazioni di Robert Allegrini
Allegrini ha innanzitutto dichiarato di ritenere che l’Italia sia un alleato degli Usa che viene sempre sottovalutato: “I media americani citano sempre solo Gran Bretagna, Francia e Germania. Vorrei che il futuro presidente degli Stati Uniti riconoscesse che l’Italia è l’alleato americano più fedele e importante in Europa”.
Gli è stato chiesto che peso politico abbiano attualmente gli italoamericani negli Usa e il presidente della Niaf ha affermato che in tutto ci sono circa 17-20 milioni italoamericani negli Usa. Questi vengono rappresentati al Congresso da quasi 40 membri e gli ultimi tre speaker della Camera, la terza carica dello Stato, sono italoamericani: Nancy Pelosi, Kevin McCarthy e Mike Johnson.
La Niaf non si sbilancia politicamente, infatti ha sostenitori di entrambi i partiti. “Lavoriamo con tutti i politici, da Nancy Pelosi a sinistra a Mike Pompeo a destra. L’importante è che siano italoamericani patriottici, che amino l’Italia e che siano disponibili a collaborare con noi” ha confessato Allegrini. Mentre la comunità italoamericana in generale, secondo i sondaggi voterà soprattutto per Trump: il 40% si definisce infatti repubblicano, il 30% democratico e la parte restante parte è indipendente.
Inizialmente la comunità era orientata più verso i democratici. Allegrini ha spiegato questo cambio di rotta affermando che “quando un gruppo etnico migliora la propria condizione, i suoi componenti iniziano a preoccuparsi delle aliquote fiscali e tendono a diventare repubblicani”. Il voto iniziale ai democratici era parte della grande coalizione democratica di Franklin Roosevelt, e “credo che a partire dall’era Reagan ci sia stata un’inversione di tendenza” ha affermato il presidente.
Sicuramente anche il cambiamento da Biden a Harris potrebbe influire sul voto degli italoamericani, perché si sentivano più rappresentati dal primo, dato che “è cresciuto in un quartiere italiano”. Qualche giorno fa alla Casa Bianca il presidente aveva raccontato che nel suo vicinato era l’unico il cui nome non finiva con una vocale. Inoltre lo scorso anno è stato ospite al Gala Niaf e la moglie è la prima first lady di origine italiana.
Riguardo al programma elettorale dei due candidati, un punto che si riferisce alla comunità italoamericana è sicuramente l’abolizione del ‘Columbus Day’. Trump conosce l’importanza di questa ricorrenza per gli italoamericani e si è mostrato favorevole a mantenerla, mentre Harris ha pubblicamente detto che dovrebbe essere trasformato nell’‘Indigenous Peoples Day’.
Infine Allegrini ha dichiarato che il risultato delle elezioni non dovrà preoccupare l’Italia, perché ha rapporti diplomatici eccellenti con gli Stati Uniti, “la diplomazia ha fatto un ottimo lavoro su entrambi i fronti”. Quindi chiunque vincerà le elezioni non cambierà il rapporto privilegiato che hanno l’Italia e gli Usa. “Dopo la Brexit l’Italia è diventata l’alleato più fedele, più rispettato in Europa”.
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