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Difesa, l’Ue presenta la roadmap per il riarmo: entro il 2030 nuovi sistemi anti-drone sul fianco Est

Anche Kaja Kallas, l'Alto rappresentante Ue per la Politica Estera, si è detta soddisfatta della creazione di questo piano. "Ogni Paese è a rischio. Ogni Stato membro dovrebbe investire in sistemi anti-drone e capacita' di colpire obiettivi terrestri", ha spiegato, chiarendo che questa roadmap è considerata un progetto di punta per la commissione europea

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L’Unione europea è pronta a correre ai ripari in vista di un possibile attacco estero. Dalla Commissione europea è giunta una nuova roadmap per la Difesa, con l’obiettivo di proteggere l’intero territorio. “Le recenti minacce hanno  dimostrato che l’Europa è a rischio“, ha spiegato la presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen, chiarendo che di fronte a queste minacce, l’Ue deve essere in grado di rispondere con unità, solidarietà e determinazione.

All’interno di questo pisano sono inseriti obiettivi condivisi e traguardi concreti da raggiungere entro il 2030. “Solo ciò che viene misurato viene realizzato“, ha spiegato, annunciando i quattro punti chiave della roadmap. Si tratta di un progetto anti-drone, dell’Eastern Flank Watch (un progetto di difesa integrata per il  fianco orientale, dalla Finlandia al Mar Nero), lo Scudo aereo europeo e lo Scudo spaziale di difesa. “Ciò rafforzerà le nostre industrie della difesa, accelererà la produzione e manterrà il nostro sostegno di lunga data all’Ucraina“, ha spiegato la presidente.

Attraverso questo procedimento si garantirà a tutti gli Stati membri di avere unapiena prontezza di difesa” e una completa formazione di Coalizioni di capacità in diverse aree chiare, al fine di colmare la carenze critiche di capacità attraverso lo sviluppo e l’acquisizione congiunti. Queste aree sono: difesa aerea e missilistica; facilitatori strategici; mobilità militare; sistemi di artiglieria; cyber, intelligenza artificiale, guerra elettronica; missili e munizioni; droni e contro-droni; combattimento terrestre; e marittimo”.

Droni, Kallas: “Lavoriamo fianco a fianco con la Nato”

Anche Kaja Kallas, l’Alto rappresentante Ue per la Politica Estera, si è detta soddisfatta della creazione di questo piano. “Ogni Paese è a rischio. Ogni Stato membro dovrebbe investire in sistemi anti-drone e capacita’ di colpire obiettivi terrestri“, ha spiegato, chiarendo che questa roadmap è considerata un progetto di punta per la commissione europea.

Questo anche in considerazione del fatto che l’Europa orientale sopporta il peso maggiore della minaccia e questo richiede un certo grado di attenzione. Per quanto riguarda, nello specifico, la difesa del fianco orientale, Kallas ha spiegato che l’obiettivo è renderlo operativo per il 2028. In ogni caso, saranno gli Stati membri a decidere cosa va acquisito o sviluppato, così come le tempistiche di dotazione.

Proponiamo che gli Stati membri collaborino in coalizioni quando uno Stato membro non può agire da solo, perché nessuno è abbastanza grande da farlo da solo“, ha sostenuto l’Alto rappresentante, specificando comunque che le operazioni per il riarmo sono già iniziate in settimana, con il primo incontro della coalizione per i droni, con i Paesi Bassi e la Lettonia in prima linea.

I droni stanno già ridefinendo la guerra: disporre di sistemi di difesa contro i droni non è più facoltativo per nessuno“, ha aggiunto, cercando di chiarire l’importanza di questa iniziativa. In questo progetto saranno inclusi anche i Paesi Ue che non sono membri della Nato, in quanto questo non vuol dire che non abbiamo bisogno della Difesa. Anche Kallas, come Mark Rutte ieri, ha specificato che il lavoro dell’Ue non è un duplicato di quello messo in atto con la Nato, in quanto si tratta di un lavoro che procede fianco a fianco.

La roadmap dell’Ue per la difesa

Secondo quanto si apprende, la roadmap prevede che vi siano almeno il 40% di appalti congiunti e il 55% della Difesa europea. Il primo passo prevede la costruzione di gruppo di Stati che lavoreranno insieme per sviluppare nuove tecnologie e produrre equipaggiamenti. Ogni coalizione avrà progetti concreti di cui occuparsi, definendo ruoli e tempi, coordinando gli acquisti e la produzione e sfruttando alcuni strumenti europei già presenti.

I due obiettivi strutturali sono il raggiungimento della quota di acquisti congiunti tra Stati membri al 40% entro il 2030 e che almeno il 55% degli investimenti vada a industrie europee. Inoltre, è prevista una cooperazione anche sul piano industriale, al fine di potenziare la base industriale della difesa europea anche tramite incentivi pubblici e privati.

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