È passato poco più di un mese e mezzo da quando Donald Trump ha annunciato i nuovi dazi su tutte le merci importante negli Stati Uniti. Di fatto, le tariffe oggi attive sulle importazioni non hanno mai raggiunto i volumi di quelle minacciate dal Presidente.
Il Canada sospende dazi contro USA per 6 mesi
Per cercare di ricucire i rapporti con gli USA, il Canada ha temporaneamente sospeso alcuni dazi contro gli Stati Uniti dopo l’incontro a Roma tra il premier Mark Carney e il vicepresidente americano J.D. Vance, in occasione della cerimonia di insediamento di Papa Leone XIV.
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Secondo gli esperti, si tratterebbe di una mossa strategica da parte del governo per non danneggiare l’economia canadese che è fortemente dipendente dal suo unico paese confinante. Questo acquista circa tre quarti delle esportazioni del Canada e se si dovesse avverare la promessa di Trump di imporre dazi al 25%, oltre a dazi specifici per i settori dell’auto, dell’acciaio e dell’alluminio, l’economia del secondo paese più grande al mondo sarebbe in serio rischio.
Ottawa non era restata a guardare l’annuncio della prima serie di dazi imposti dall’amministrazione Trump senza far niente e, anzi, a marzo il governo Carney aveva introdotto in risposta nuove tasse all’importazione del 25% su circa 60 miliardi di dollari canadesi (43 miliardi di dollari USA) di prodotti fabbricati negli Stati Uniti. Poi, all’inizio di aprile, il Canada ha anche reagito ai dazi statunitensi sulle automobili introducendo a sua volta dei prelievi sui veicoli statunitensi.
La presa di posizione del Canada è durata poco, dal momento che in questi giorni il primo ministro Mark Carney ha annunciato un’esenzione tariffaria di sei mesi per dare ad alcune aziende canadesi più tempo per adeguare le loro catene di approvvigionamento e diventare meno dipendenti dai fornitori statunitensi.
È stato concesso l’alleggerimento della tassazione di prodotti utilizzati nella produzione, nella trasformazione e nel confezionamento di alimenti e bevande in Canada, nonché per i prodotti relativi alla sanità, alla sicurezza pubblica e alla sicurezza nazionale. Anche le case automobilistiche hanno ottenuto una tregua. Restano in vigore i dazi di ritorsione su alcuni prodotti statunitensi, tra cui alimenti come succo d’arancia, alcolici e caffe’, nonche’ abbigliamento e cosmetici.
Secondo gli esperti di Oxford Economics, le esenzioni riguardano in realtà così tante categorie di prodotti che l’aliquota dei dazi nei confronti degli Stati Uniti è stata effettivamente ridotta a “quasi zero“. Ma il Governo ha ribadito che il 70% di questi dazi è ancora in vigore e smentisce le dichiarazione del leader dell’opposizione, Pierre Poilievre, che definisce la sospensione dei dazi come un’abolizione “mascherata” di tutti i dazi contro Washington.
I dazi antidumping cinesi
Continua anche in altre parti del mondo la guerra commerciale lanciata da Donald Trump. La Cina, infatti, ha annunciato l’entrata in vigore da oggi di dazi fino al 75% sull’import di materie plastiche provenienti da Usa, Ue, Taiwan e Giappone, a seguito di un’indagine su presunte pratiche di dumping.
Le aliquote antidumping più elevate, pari al 74,9%, sono state applicate all’import dagli Usa, mentre le spedizioni europee saranno soggette a dazi del 34,5%. Pechino ha imposto dazi del 35,5% sulle importazioni giapponesi, ad eccezione di Asahi Kasei, che ha avuto una aliquota specifica del 24,5%. Dazi generali del 32,6% sono stati imposti sui prodotti da Taiwan, mentre su Formosa Plastics sono state decise tariffe del 4% e su Polyplastics Taiwan del 3,8%.
Non è la prima volta che la Repubblica Popolare avvia indagini antidumping contro paesi con cui ha controversie commerciali più ampie: ad aprile, ha imposto misure antidumping sul brandy dell’Ue, colpendo l’industria francese del cognac, prodotto che dipende fortemente dalle esportazioni.
Il prodotto tassato è il copolimero di poliformaldeide, una plastica comunemente utilizzata in parti di automobili, dispositivi medici ed elettrodomestici e le tariffe varieranno dal 3,8% al 74,9%, come dichiarato il ministero del Commercio cinese.
L’annuncio del governo di Xi Jinping arriva pochi giorni dopo che gli Stati Uniti e la Cina hanno ridotto per 90 giorni le tariffe doganali sulle rispettive merci, una temporanea attenuazione di una guerra commerciale che ha scosso i mercati globali e le catene di approvvigionamento internazionali.
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