L’annuncio di Donald Trump di possibili dazi al 50% sulle merci europee ha sconvolto i mercati Ue, che sono crollati a picco di fronte alla possibilità di un mancato accordo tra Usa e Unione europea. I 90 giorni di pausa sui dazi reciproci si avvicinano alla conclusione e sembrerebbe che i negoziati tra i due Paesi “non stiano andando da nessuna parte“, per utilizzare un’espressione del Tycoon.
Il Vecchio Continente, quindi, sembra consapevole della necessità di rimboccarsi le maniche, nella speranza di bloccare le intenzioni di Trump prima che queste entrino in vigore. “Sapevamo già la scorsa settimana, quando ci siamo incontrati con i ministri del Commercio e con il commissario Sefcovic, che si trattava di una situazione dinamica“, ha dichiarato il sottosegretario allo Sviluppo economico della Polonia, Michal Baranowski, sottolineando che le linee di comunicazione tra Usa e Ue non si sono affatto interrotte.
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Nella serata di oggi è infatti previsto un contatto tra il ministro del commercio europeo, Maros Sefcovic, e alcuni funzionari statunitensi per discutere proprio delle nuove tariffe minacciate. Nel resto d’Europa, intanto, si guarda con terrore alle conseguenze che l’aumento dei dazi potrebbe portare con sé e in Italia la situazione sembra ancora più aggravata dagli attacchi delle opposizioni, che hanno criticato il comportamento e la relazione di Giorgia Meloni con Donald Trump.
La reazione italiana ai dazi al 50% di Trump
“Giorgia Meloni non doveva essere il ponte tra l’Unione Europea e Stati Uniti?“, si è chiesto ironicamente il leader pentastellato Giuseppe Conte, sottolineando che di fronte ad una situazione così complessa il premier dovrebbe accettare la sua “inadeguatezza” e lasciare che la situazione si risolva a livello europeo, con uno sforzo da parte di tutti i Paesi.
I Verdi Ue hanno invece evidenziato che “i leader di estrema destra come la Meloni, che si erano accodati a Trump, hanno molte spiegazioni da dare“, in quanto le nuove tariffe minacciate dal presidente Usa rischiano di mettere in ginocchio la produzione e le realtà industriali europee. “Come spiegherà la Meloni ai viticoltori italiani che ha ballato con il diavolo, che ora sta distruggendo le aziende familiari italiane?“, hanno tuonato durissimi, chiedendo chiarimenti alla maggioranza di governo.
Riccardo Magi di +Europa ha invece parlato di “fallimento politico” in riferimento a quanto portato avanti dal premier che si era “posta come ponte tra Usa e Ue“, mentre Trump pensava a nuovi dazi per il Vecchio Continente. “Meloni deve venire quanto prima in parlamento a spiegare agli italiani i motivi del fallimento della sua strategia e se ritiene ancora Donald Trump un alleato politico del nostro governo“, ha dichiarato, aggiungendo che il Presidente del Consiglio deve anche spiegare agli italiani in che modo pensa di porre rimedio a questa problematica.
Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha invece scelto l’equilibrio, chiarendo di non avere intenzione di esprimersi prematuramente sulle dichiarazioni di Trump, preferendo invece attendere i colloqui che questa sera Sefcovic terrà con gli interlocutori statunitensi. “La nostra linea è quella di arrivare a un accordo, nessuna guerra commerciale, l’obiettivo è sempre zero dazi“, ha poi aggiunto.
Al contrario, Matteo Renzi è tornato ad attaccare il governo Meloni, sottolineando che l’attacco di Trump sarebbe la dimostrazione che i colloqui organizzati dal premier tra Vance e Von der Leyen sarebbero stati una sorta di farsa. “In politica estera Giorgia Meloni non conta assolutamente nulla e lo stiamo vedendo sulla nostra pelle, purtroppo“, ha tuonato durissimo il leader di Italia Viva”.
Sulla questione è poi intervenuto anche il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, che sin dall’insediamento di Donald Trump ha ricordato i pericoli che si nascondono dietro ai dazi. “Bisogna reagire con calma, perché il rischio è che continuiamo a bruciare miliardi in Borsa“, ha sostenuto, per poi esortare l’Ue a cercare i negoziati al più presto possibile, per evitare che questa situazione di incertezza si dilunghi ulteriormente.
Durissime anche le parole di Osvaldo Napoli, membro di Azione, secondo cui “nel mirino dell’amministrazione americana c’è soltanto l’Unione europea“. In questo senso, Napoli ha esortato a portare avanti ai negoziati, lasciando aperta nel frattempo la possibilità di una risposta dura da parte dell’Ue da mettere in campo nel momento in cui non si trovasse l’intesa.
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