“L’Unione europea non sta offrendo un accordo equo sui dazi in questo momento“, lo ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ai cronisti presenti sull’Air Force One che lo ha riportato a Washington dopo il G7 in Canada che ha abbandonato con 24 ore di anticipo. Sembrerebbe, dunque, che le ipotesi presentate ieri dalle testate tedesche non siano state gradite dagli Usa.
Il Tycoon ha quindi rialzato la posta in gioco, sostenendo che il tempo sta iniziando a stringere per cui è necessario trovare un’intesa. “O troviamo un buon accordo, o pagheranno qualsiasi cifra gli diremo di pagare“, ha sostenuto, riprendendo in mano le redini della situazione.
Leggi Anche
L’indiscrezione dei media tedeschi sulla proposta Ue agli Usa
Il conflitto commerciale tra Stati Uniti e Unione europea potrebbe essere vicino ad una conclusione. Lo ha riportato ieri la testata tedesca, Handelsblatt, secondo cui il Vecchio e il Nuovo Continente avrebbero trovato un accordo sui dazi reciproci. Lo stop di 3 mesi imposto dagli Usa scadrà il prossimo 9 luglio, per cui il tempo a disposizioni dell’Ue trovare una soluzione drastica si avvicina al suo scadere.
Sembrerebbe che Bruxelles si sia detta disponibile ad accettare un’aliquota fissa del 10% dagli Usa, ma solamente a condizioni “precise e trasparenti“. Il timore, infatti, è che gli Stati Uniti si approfittino della situazione, tentando di proporre condizioni non vantaggiose per l’Europa. L’obiettivo è quindi quello di evitare tariffe eccessivamente elevate su settori strategici per il continente, come l’automotive, la farmaceutica e i componenti elettronici.
Nel caso in cui gli Stati Uniti dovessero accettare, allora l’Ue sarà disposta a ridurre i suoi contro dazi sulle auto importate dagli Usa e a riconoscere alcuni standard tecnici americani. Inoltre, sempre secondo i media tedeschi, Bruxelles starebbe valutando anche il divieto totale sulle importazioni di gas russo, così da favorire l’acquisto di gas naturale liquido dagli impianti statunitensi. Un funzionario europeo ha spiegato che il fine di questo compromesso è quello di “costruire un pacchetto completo“, che convinca Donald Trump di aver appena firmato “una vittoria politica significativa“.
Von der Leyen: “Sui dazi sarà raggiunta un’intesa entro il 9 luglio”
Per ora, comunque, non è giunta alcuna conferma ufficiale dalle due parti. Solo ieri, all’alba del G7 canadese, la presidente della commissione Ue, Ursula Von der Leyen, ha sostenuto che “entro il 9 luglio l’intesa sarà siglata“, come da accordi con il presidente Usa. I due leader sono entrambi a Kanaskatis, impegnati nella due giorni del Group of 7. Non è chiaro se sia possibile un bilaterale tra i due, che affronti sia la delicata situazione mediorientale, che quella specifica dei dazi.
Inoltre, la leader europea ha sottolineato che nel caso in cui entro il 9 luglio non si riuscisse a trovare un accordo allora l’Europa sarà “in grado di rispondere“. Nel corso di una conferenza stampa congiunta con il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, a Kananaskis, per poi aggiungere che “tutti i mezzi sono sul tavolo“. Non vi sono però informazioni su un nuovo incontro tra il commissario Ue per il Commercio, Maros Sefcovic, e i negoziatori statunitensi.
Le conseguenze dei dazi in Italia
Intanto si inizia a riflettere sulle possibili conseguenze dei dazi sull’economia italiana. Il comitato delle politiche macroprudenziali, di cui fanno parte i vertici e i rappresentanti di Banca d’Italia, Consob, Ivass, Covip e Mef, il mercato italiano non dovrebbe risentire eccessivamente delle “turbolenze innescate ad aprile dall’annuncio da parte degli Usa di maggiori dazi sulle importazioni“.
Le conseguenze in Italia sarebbero infatti state limitate, anche se l’incertezza generata dalle politiche commerciali statunitensi è “elevata“. Così, possibili nuove tensioni potrebbero “risultare amplificate in Italia dall’elevato debito pubblico“, hanno spiegato nel documento pubblicato oggi.
Sulla questione si è poi espressa anche la Banca centrale europea (Bce), che ha invece sottolineato come l’annuncio del 2 aprile sui dazi abbia aumentato la volatilità dei mercati finanziari. Fino al marzo 2025 i mercati erano riusciti a mantenere una “relativa calma” grazie alla solidità delle Borse, riuscendo ad evitare anche i rischi geopolitici e l’incertezza sulle politiche commerciali.
© Riproduzione riservata