“Sto valutando di spostare l’ultimatum sui dazi all’Ue dopo il 9 luglio, ma secondo me non sarà necessario“, con queste poche parole, il presidente Usa, Donald Trump, ha riaperto alla possibilità di raggiungere un accordo sull’aumento delle tariffe sui beni europei esportati negli Stati Uniti entro la prima settimana di luglio. Il commissario per il Commercio Ue, Maros Sefcovic, è in viaggio in queste ore per raggiungere Washington e incontrare la delegazione americana al fine di siglare un accordo che ponga fine alla guerra commerciale tra Il Vecchio e il Nuovo Continente.
La posta in gioco è altissima: se non si dovesse raggiungere un’intesa entro il 9 luglio, Trump procederà a fissare i dazi sulle merci europee al 50%. Un colpo durissimo per l’economia dell’Ue, che è quindi intenzionata a trovare un accordo equo e fruttuoso per entrambe le parti. “Vogliamo ottenere il massimo possibile“, ha dichiarato ieri Sefcovic, aggiungendo che le speranze di Bruxelles sono più che positive. I rapporti tra le due potenze sembrano essersi distesi e non sembra impossibile che entro la fine della settimana possa essere raggiunto un compromesso.
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L’Unione europea vuole evitare a tutti i costi di dover procedere all’introduzione di contro dazi ma, come più volte ricordato dalla presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen, Bruxelles si è preparata ad ogni scenario possibile: nel caso in cui non si trovasse l’intesa, allora l’Ue procederà con dazi da 21 miliardi di euro sulle merci statunitensi. Un punto di non ritorno, su cui al momento la comunità europea non si esprime, nella speranza di non doverne mai usufruire.
La proposta Ue e la controproposta Usa sui dazi
La scorsa settimana, nel corso della cena di lavoro del Consiglio Ue, Von der Leyen ha annunciato di aver ricevuto una controproposta da parte di Washington. Un documento breve che rappresenta un accordo quadro, da cui oggi partiranno le discussioni tra Sefcovic e gli omologhi Usa, Jamieson Greer e Howard Lutnick. Il dossier è blindato ma, secondo quanto riportano alcune fonti interne, sembra che l’intesa riguardi uno scambio reciproco di servizi. Gli Usa procederanno con dazi al 10% sulle merci europee, che non dovrebbero intaccare pericolosamente il settore industriale, e in cambio Bruxelles garantirà la semplificazione normativa europea e la rimozione delle barriere interne al mercato Ue.
Si tratta di due richieste su cui Donald Trump sembra non transigere, in quanto renderanno l’export Usa più redditizio nel Vecchio Continente, grazie ad uno sburocratizzazione dei rapporti tra le due potenze. Sefcovic è poi al lavoro per concordare la rimozione o almeno la diminuzione dei dazi al 25% su automobili e componenti auto e del 50% su acciaio e alluminio. Inoltre l’Ue ha chiesto di esentare dai dazi al 10% il settore farmaceutico, gli alcolici, i semiconduttori e gli aerei commerciali. Il timore, però, è che gli Usa chiedano in cambio l’eliminazione della web tax, ovvero la tassa sui servizi digitali, e il nuovo codice di condotta per l’Intelligenza Artificiale.
Due dossier su cui Bruxelles non sarebbe pronta a transigere, come ribadito anche ieri dalla Commissione. La posizione dell’Ue in questo campo potrebbe però essere stata indebolita dalla decisione del Canada di Mark Carney, che ieri ha annunciato la sospensione delle tassa sui servizi digitali in favore della ripresa dei negoziati sui dazi. Trump, dopo la decisione di Ottawa di procedere con la tariffa al 3% sulle operazioni delle grandi aziende del settore digitali, aveva annunciato lo stop delle comunicazioni tra i due Paesi e quindi delle trattative sull’aumento delle tariffe.
Il possibile ultimo tranello Usa sui dazi
L’Ue è consapevole che il tempo stringe e che le festività del 4 luglio potrebbero rallentare gli accordi. Al momento quindi le attenzioni sono tutte concentrate su un possibile accordo quadro, che possa stabilire i termini di un’intesa su cui si potrà continuare a discutere nelle prossime settimane, scongiurando però l’entrata in vigore dei dazi al 50%. Sefcovic ha tentato di trasmettere una certa positività agli ambienti interessati, ricordando che è sempre un passo in avanti positivo quando “si passa dallo scambio di opinioni alla fase di redazione vera e propria“.
Nelle prossime 24 ore, dunque, si giocherà la partita conclusiva di una contesa commerciale iniziata lo scorso 12 luglio. Gli Stati Uniti hanno ottenuto ciò che volevano, possibili nuovi accordi più vantaggiosi con i Paesi alleati, mentre l’Ue sembra essere riuscita a mitigare le conseguenze di un attacco economico pericolosissimo. L’imprevedibilità di Trump, però, preoccupa la delegazione di Bruxelles: l’incontro alla Casa Bianca potrebbe infatti nascondere qualche trappola a pochi giorni dallo scadere dei tre mesi di stop ai dazi al 50%.
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